giovedì 17 febbraio 2011

Frammenti di Realtà

Ho trovato quasi vitale introdurre, in alcuni miei lavori, frammenti di realtà per esprimere un concetto, un'idea.
Per continuare la riflessione sul mio "interiore conflitto" su arte rappresentativa e presentativa e l'utilizzo di elementi reali avulsi ai classici strumenti artistici devo ritornare agli inizia del '900 quando Picasso e Braque presentavano, separatamente, i primi lavori cubisti.
L'espressione cubista sposta l'obiettivo del fare arte dal piano della visione a quello della ideazione, da un'arte fondata esclusivamente sulle percezione visiva ad un'arte che opera a un livello "concettuale", una ricerca non solo basata con l'aiuto "di ciò che si vede" ma soprattutto con l'apporto "di ciò che pensiamo", una pittura che realizza "forme dipinte come la mente le concepisce". Il cubismo introduce una nuova variante nel fare arte, cioè la capacità di dipingere nuove entità con elementi ricavati non solo dalla realtà della visione, ma anche dalla realtà della concezione, come afferma Appolinaire.
Ossia il prelievo di frammenti di realtà e il loro inserimento nel contesto della pittura, come ad esempio nella Natura morta con sedia impagliata di Picasso solo per citarne una, introduce l'azione del papier collées e collages, altro tema che affronterò più avanti. F. Menna afferma che i frammenti di realtà
agiscono come "dislocatori dell'attenzione",
come stimoli per avviare i procedimenti mentali che presiedono al riconoscimento e alla definizione dell'oggetto.
 L'uso del collage e del decollager da vita così a nuove forme presentative concettuali.
I miei decollage sono di fatto un rifiuto della comunicazione di "consumo" e una destrutturazione di quel linguaggio e dei "prodotti" per arrivare al colore, al concetto di una DESOLAZIONE e di temporanea sensazione di "VUOTO A PERDERE". Ma questo sarà oggetto di un altro post.
Vorrei concludere con due considerazioni di due Grandi Maestri:
Kandinsky incominciò a dipingere i primi quadri non figurativi verso il 1908, affermando che
"ogni colore è dotato di un suo valore espressivo e spirituale e che è quindi possibile rappresentare la realtà spirituale prescindendo da qualsiasi allusione oggettiva". Gli effetti cromatici sono controllabili mediante la percezione visiva.
"Riconosco però che i più profondi ed essenziali segreti del cromatismo restano impenetrabili agli occhi e si possono cogliere solo col cuore. L’essenziale sfugge quindi a ogni formulazione concettuale” J. Itten

Alla prossima ....

Raniero


Fonti:
Filiberto Menna "La linea analitica dell'arte moderna"
Johannes Itten "Teoria del colore"

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