giovedì 30 giugno 2011

La connotazione del presente è la "QUANTITÀ", il "MERCATO", il "CONSUMO"

Qualche anno fa vidi un bel film, Fight Club, del '99 con Edward Norton che interpretava il narratore, Brad Pitt, che interpretava Tyler Durden e Helena Bonham Carter che interpretava Marla Singer, per chi non la conosce è la bellissima ma perfida Bellatrix Lestrange nella saga di Harry Potter.
Sono stato particolarmente colpito da questo film e ve lo consiglio.
Mi ha fatto così pensare e, tra tutti i temi che il film affronta nei vari dialoghi, riporto di seguito qualche citazione interessante:
"……Siamo consumatori!!
si ... siamo consumatori.
Siamo i sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona. Omicidi, stupri, crimini, povertà, queste cose non mi spaventano... quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste, la televisione con 500 canali, il nome di un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra, poche calorie...

La pubblicità ci mette nell'invidiabile posizione di desiderare auto e vestiti, ma soprattutto possiamo ammazzarci in lavori che odiamo per poterci comprare idiozie che non ci servono affatto ....

Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari (calciatori), miti del cinema, rock stars (artisti e veline). Ma non è così…
"

Fight Club , USA 1999

decollage 8 Niente di più attuale soprattutto in questi ultimissimi anni, diventa una sollecitazione al consumo in nome di una crisi (attuale) che, per alcuni, sta passando ma che, purtroppo, non ha insegnato nulla.
Non ci sono stati i cambiamenti che la nostra società avrebbe dovuto fare, anzi non ha avuto il coraggio o la volontà di fare, o peggio, non è più in grado di trovare nuovi modelli alternativi al consumismo per sostenere lo sviluppo. Siamo praticamente sommersi ogni giorno da volantini pubblicitari (messaggi pubblicitari), il Mercato è diventato un SuperMercato, poi un IperMercato e addirittura EuroMercati per soddisfare desideri smisurati e permettere guadagni sempre maggiori.
Ma la molla, il desiderio, la necessità inconscia, del consumare è spinta ancora di più ora visto che la "crisi è passata" e con essa i sensi di colpa di un cambiamento che non c'è stato e "grazie a Dio" tutto è come prima o forse meglio.
Decollage 2  Infatti ora abbiamo imparato che "non spende danneggia il paese, genera disoccupazione, fa stagnare l'economia, non permette la distribuzione delle ricchezze ai poveri". I "centri commerciali" di fatto sono diventate le nostre nuove Cattedrali, oramai aperte 7 giorni su sette e quasi 24 ore su 24, con i suoi nuovi Santi, Madonne e Pantocratori,(che cambiano periodicamente come dei paramenti sacri), vere icone del presente che lasceremo in eredità alle generazioni future come tracce del "nostro modello di vita". O peggio sarà l'unico modello, fallimentare, a cui far riferimento anche per loro. Siamo quelli del "tutto incluso", dei "contratti senza limiti", della "bolletta a costo fisso". Proprio in "onore" a questo ho decontestualizzato questa "comunicazione visiva", effimera nei suoi connotati fisici e contenutistici, per elevarla ad opera d'arte "sacra" come nuovi idoli, cercando di fermare il tempo, l'istante,
l'attimo ma non riuscendoci. Con disprezzo e rabbia strappo, metaforicamente e fisicamente, l'idea del CONSUMISMO, dell'EFFIMERO, dell'USA E GETTA, del CONSUMO SENZA LIMITI attraverso quei volantini che sono destinati al cassonetto della carta), incorniciando una sorta di "muri virtuali" segnati dal tempo e dalle intemperie che hanno degradato l'immagine "sacra" privandola dei contenuti e proiettandoli un'epoca "post-capitalista" quasi "post-atomica" come monito, sotto forma di opera d'arte, di un periodo in cui l'unico obiettivo era il CONSUMO, diventando l'icona di un modello senza speranza e senza futuro del possedere per buttare e poi ri-possedere .


Raniero

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