Ecco l'alternativa per compiere il VIAGGIO e "visitare" gli appunti. | ||
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lunedì 13 agosto 2012
Una scorciatoia per il Viaggio
mercoledì 1 agosto 2012
Intervento di Chiara Rizzante per VIAGGIO dentro-fuori-attraverso
“È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li
immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo. […] La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.” Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine Negli ultimi decenni diversi sociologi e antropologi hanno cercato di delineare i caratteri e le modalità del viaggiare nella nostra epoca, tracciando un quadro molto complesso di esperienze e di confronti, all’interno del quale si inserisce una discussione sul cambiamento del contesto culturale e dunque la necessità dell’uomo contemporaneo di ricercare una propria identità. Anche la dimensione dell’arte si è interrogata sui mutamenti in corso, collegati alle ricerche artistiche in continua trasformazione e ha fornito una sua interpretazione sugli sviluppi più recenti, continuando allo stesso tempo a dialogare con la tradizione. La mostra “VIAGGIO dentro-fuori-attraverso” diviene quindi un’occasione per ripensare alle dinamiche degli spostamenti e ai loro significati all’interno della società attuale. I viaggi e le esplorazioni consentono di modificare le abitudini e la mentalità di popoli e singoli individui, che per incontrare e conoscere nuove culture devono rinunciare temporaneamente all’identità collettiva d’origine, conquistando una diversa consapevolezza del mondo. Le motivazioni del viaggio sono state diverse nel corso della storia: si viaggiava per motivi commerciali, politici, per devozione, per spedizioni militari. Si viaggiava anche per interesse della conoscenza, e furono proprio questi scambi a ridefinire il profilo culturale di un paese in un determinato periodo storico. Queste commistioni spontanee e non dettate da imposizioni a seguito di conquiste territoriali cominciarono a verificarsi soprattutto con il Rinascimento e la rivalutazione del ruolo dell’uomo; dal Cinquecento in Europa i letterati e gli artisti, per completare la propria formazione, compivano il Grand Tour, il viaggio attraverso le corti e i centri culturali più vivaci, stimolando continui raffronti ma anche riscoperte del passato. L’Italia era la meta più importante per lo studio delle antichità, in quanto custode materiale delle bellezze classiche, che potevano essere osservate e copiate dal vivo. La tradizione del Grand Tour come viaggio di formazione durò circa fino all’Ottocento; in questo secolo la comodità borghese prese il sopravvento sui rischi e le difficoltà di un lungo spostamento, e il viaggio cominciò ad essere inteso come motivo di piacere e non più solo come riscoperta della cultura. Nel corso degli ultimi due secoli abbiamo assistito al ridisegnarsi della geografia territoriale, che ha portato le ben note conseguenze, come lo stanziamento nelle città delle popolazioni che abitavano in campagna; questo fenomeno è avvenuto periodicamente nella storia dell’uomo ma nel secolo scorso è stato cruciale per il cambio di valore del viaggio. Si è affacciata nelle nostre abitudini la modalità di viaggio denominata turismo di massa, che ha stabilito nuovi propositi e una diversa percezione degli spostamenti, sentiti come esigenze fisiche e psicologiche. Si continua a compiere “pellegrinaggi” culturali, verso le più importanti destinazioni storico-artistiche, ma anche in luoghi lontani per visitare una sola opera. Questo è l’intento della Land Art, o Arte Ambientale, corrente sorta negli anni Settanta; i land artists denunciano i drastici interventi dell’uomo sulla natura, e intervengono loro stessi sul paesaggio, preferendo grandi spazi all’aperto o i deserti, per creare un’opera in un ambiente ancora incontaminato. Per fruire queste creazioni è necessario mettersi in viaggio, ritrovare un legame con la natura, e il visitatore è portato a vivere un’esperienza non solo visiva ma anche mentale. Il viaggio è infatti un percorso anche interiore, che risponde al desiderio di elaborare una nuova coscienza, e permette all’uomo di confrontare se stesso con altre culture. E quindi nella nostra epoca di spostamenti a livello globale come si è modificata la dimensione del viaggio? Con i mezzi di comunicazione di massa e le potenzialità di Internet possiamo visitare virtualmente luoghi un tempo solo immaginati e organizzare in anticipo le tappe di un viaggio; il senso dello spostamento tradizionale si è evoluto, e l’esperienza virtuale si intreccia ora con il viaggio intrapreso fisicamente. Questa “esperienza mediata”, come viene definita, grazie alla quale acquisiamo informazioni sulla meta da raggiungere prima di recarvisi, non è considerata meno importante e profonda del viaggio reale, poiché viene a costituire un primo approccio con la destinazione scelta; quando il viaggio concreto viene compiuto si enfatizzano le emozioni elaborate durante l’attesa e si ritrova una nuova consapevolezza. Edgar Morin scriveva che “la conoscenza è una navigazione in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezze”. Le incertezze e le insidie che un tempo gravavano sui viaggiatori si possono dissolvere più facilmente nell’era digitale, che tuttavia svela anche l’altro lato della medaglia; in un’epoca di continui movimenti e interazioni si devono fare i conti con l’ingente fenomeno dell’emigrazione di nuclei sociali che affrontano i rischi di un viaggio spesso in condizioni allarmanti con la speranza di ricominciare altrove una vita dignitosa. L’arte ha recepito e spesso anticipato le dinamiche e i cambiamenti in atto nella società e presta continuamente la sua esperienza per fornire un’interpretazione sincera, e a volte scomoda, degli eventi nel loro sempre più rapido e fluido divenire. L’attuale panorama culturale è in continua trasformazione, non catalogato da etichette e non racchiuso entro specifici confini; la scena artistica attuale, che interseca i più diversi ambiti, volge la sua ricerca a tutte le sfaccettature del reale, attraversando frontiere geografiche e intellettuali, in un costante processo di scambio. Gli artisti dell’Associazione Paolo Capovilla hanno riflettuto con i loro lavori sul multiforme contesto nel quale si trovano ad operare, che si intreccia con il complesso concetto di viaggio dell’uomo e della sua condizione. Alcune opere costituiscono presentazioni di viaggi, nelle quali gli artisti si sono confrontati con temi e forme del passato, altre sono rappresentazioni di viaggi che stringono un dialogo con le tendenze globali. Lo spettatore è invitato a interagire con questo percorso, per creare nuovi spunti e riflettere sulla globalizzazione della cultura. I protagonisti di questa esposizione sono coinvolti allo stesso modo nel tentativo di elaborare una “rotta”, un viaggio appunto, che segua come chiave di lettura la ricerca di una nuova identità dell’uomo contemporaneo e il procedere stesso dell’arte dentro, fuori e attraverso i suoi meccanismi. Chiara Rizzante | ||
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