tag:blogger.com,1999:blog-34828586566414362062024-03-21T06:27:52.447+01:00AROUND MY ARTHo creato questo blog per raccontare la mia arte. Una sorta di diario, di collegamento, per poter leggere, lasciare una traccia del vostro pensiero, un commento o un'opinione.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.comBlogger24125tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-11245444270731147392012-12-07T17:05:00.000+01:002012-12-07T17:05:53.455+01:00La connotazione del presente è la "QUANTITÀ", il "MERCATO", il "CONSUMO"Ho postato più di un anno fa, con questo titolo uguale, una serie di riflessioni sul mercato e sul consumo ...<br />
Ho trovato questo video che è veramente IL MIGLIOR DISCORSO DEL MONDO del Presid Josè Mujica.<br />
<br />
Lo inserisco qui perché merita<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/3SxkMKTn7aQ?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=3SxkMKTn7aQ"></a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-73211061984899782732012-09-11T22:01:00.002+02:002012-09-11T22:01:59.533+02:00La forma è vuoto, il vuoto è forma<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p>La forma e il vuoto. <br />
In questo periodo mi sto dedicando al disegno, la mia passione. Disegno a matita, a penna, a china. Nel disegno ogni particolare del soggetto è fondamentale, non solo, i pieni e i vuoti aiutano a dare la giusta forma al disegno.<br />
In certe occasioni i vuoti, ossia gli spazi che non vengono occupati dal soggetto ma che ne delimitano i contorni, aiutano a realizzare il disegno, come se i vuoti avessero una propria entità e caratteristica. </p></font></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0bWjgFA5xLcsxHBBFA_1cmsX6wdPVlF_3JefT-OvnlQ7EonSvLuiD2pNCwfCOpDN5zoXMQmbHF02x-9bvQomPKXdkjCJrKqaSb5uEO_-sxqgr5yyPlNn3t1Vy1kKW53G5eiiN4Dup_p8/s1600/forma_intera.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="320" width="296" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0bWjgFA5xLcsxHBBFA_1cmsX6wdPVlF_3JefT-OvnlQ7EonSvLuiD2pNCwfCOpDN5zoXMQmbHF02x-9bvQomPKXdkjCJrKqaSb5uEO_-sxqgr5yyPlNn3t1Vy1kKW53G5eiiN4Dup_p8/s320/forma_intera.jpg" /></a></div>
</td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">"<em><font color="#FFFFFF"> Forma e vuoto </font></em>"<br />
<br />
Mi sono chiesto che relazione ci possa essere tra la forma di un oggetto e lo spazio vuoto che interagisce con esso. "<em><font color="#FFFFFF"> la forma e il vuoto, il contenuto e il contenitore</font></em>", anzi riusciamo a riconoscere la forma, l'oggetto, dal vuoto che lo identifica. Sembra essere più importante il vuoto che non il contenitore anche se singolarmente non contano "nulla".<br />Così ho preso delle forme molto comuni e ho dato solidità al vuoto che va perso una volta che ritorna alla sua origine, al nulla.</font></td></tr>
<tr><td valign="top"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyUuindrOAcGabBj6Dw3cpkjF8K4uVEpfvUIqq0R0Z4NyEDdWU-Dp5SPysgBNVuX9mBbEaZyW1wNEUE7pH9Wz4tc8cX4efA6RrxsP7pU84xG31wm0jxdVDfH6dUp7Dunf_xZBqLyDWZ6o/s1600/forma_particolare.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:lem; margin-bottom:1em"><img border="0" height="400" width="296" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyUuindrOAcGabBj6Dw3cpkjF8K4uVEpfvUIqq0R0Z4NyEDdWU-Dp5SPysgBNVuX9mBbEaZyW1wNEUE7pH9Wz4tc8cX4efA6RrxsP7pU84xG31wm0jxdVDfH6dUp7Dunf_xZBqLyDWZ6o/s320/forma_particolare.jpg" /></a></div>
</td><td> </td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Diventa quasi cone un gioco, il nulla ricorda il contenuto, la forma ricalca il contenitore. <br />
Avendo preso contenitori molto comuni riuscite a riconoscere il contenitore dal suo vuoto? <br /> provate, il nulla che prende forma appunto.<br />
<br />
<br />
Qui a fianco due particolari<br />
</font></td></tr>
<tr><td colspan="3"><p><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><br />
Raniero <br />
<br />
</font></p></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-45908775964733990192012-08-13T20:38:00.000+02:002012-08-13T20:45:39.946+02:00Una scorciatoia per il Viaggio<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p><font color="#FFFFFF" size="3">Ecco l'alternativa per compiere il VIAGGIO e "visitare" gli appunti.<br/> Clicca sul QR Code</font><br /></p></font></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top">
<a href="http://www.meetnet.it/viaggio.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/viaggio-1_blog.jpg" alt="Viaggio 1" width="308" height="308" border="0"></a></td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="middle" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><font color="#FFFFFF" size="4">Viaggio 1</font><br /></font></td></tr>
<tr><td valign="top">
<a href="http://www.meetnet.it/viaggio2.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/viaggio-2_blog.jpg" alt="Viaggio 2" width="308" height="308" border="0"></a></td>
<td> </td><td valign="middle" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><font color="#FFFFFF" size="4">Viaggio 2</font></font></td></tr><tr><td width="288" valign="top">
<a href="http://www.meetnet.it/viaggio3.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/viaggio-3_blog.jpg" alt="Viaggio 3" width="308" height="308" border="0"></a></td>
<td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="middle" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><font color="#FFFFFF" size="4">Viaggio 3</font></font></td></tr>
<tr><td colspan="3"><p><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><font color="#FFFFFF">
<br /><br /><br />Raniero
</font></font></p></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-32920220761915686642012-08-01T09:03:00.003+02:002012-08-01T09:03:56.596+02:00Intervento di Chiara Rizzante per VIAGGIO dentro-fuori-attraverso<table align="left" border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="width: 620px;">
<tbody><br/>
<tr><td colspan="3"><font color="#999999" size="3" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">
<div style='text-align:right;'><span style="color: white;"><b>“<i>È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li<br /> immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo. […]<br />
La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori.<br />
Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.</i>”</b></span><br /><br />
<b>Fernando Pessoa</b>, Il libro dell'inquietudine</div>
<br />
<br />
Negli ultimi decenni diversi sociologi e antropologi hanno cercato di delineare i caratteri e le modalità del viaggiare nella nostra epoca, tracciando un quadro molto complesso di esperienze e di confronti, all’interno del quale si inserisce una discussione sul cambiamento del contesto culturale e dunque la necessità dell’uomo contemporaneo di ricercare una propria identità.<br />
Anche la dimensione dell’arte si è interrogata sui mutamenti in corso, collegati alle ricerche artistiche in continua trasformazione e ha fornito una sua interpretazione sugli sviluppi più recenti, continuando allo stesso tempo a dialogare con la tradizione.<br />
La mostra “VIAGGIO dentro-fuori-attraverso” diviene quindi un’occasione per ripensare alle dinamiche degli spostamenti e ai loro significati all’interno della società attuale.<br />
I viaggi e le esplorazioni consentono di modificare le abitudini e la mentalità di popoli e singoli individui, che per incontrare e conoscere nuove culture devono rinunciare temporaneamente all’identità collettiva d’origine, conquistando una diversa consapevolezza del mondo.<br />
Le motivazioni del viaggio sono state diverse nel corso della storia: si viaggiava per motivi commerciali, politici, per devozione, per spedizioni militari. Si viaggiava anche per interesse della conoscenza, e furono proprio questi scambi a ridefinire il profilo culturale di un paese in un determinato periodo storico.
Queste commistioni spontanee e non dettate da imposizioni a seguito di conquiste territoriali cominciarono a verificarsi soprattutto con il Rinascimento e la rivalutazione del ruolo dell’uomo; dal Cinquecento in Europa i letterati e gli artisti, per completare la propria formazione, compivano il Grand Tour, il viaggio attraverso le corti e i centri culturali più vivaci, stimolando continui raffronti ma anche riscoperte del passato. L’Italia era la meta più importante per lo studio delle antichità, in quanto custode materiale delle bellezze classiche, che potevano essere osservate e copiate dal vivo.<br />
La tradizione del <font color="#FFFFFF">Grand Tour</font> come viaggio di formazione durò circa fino all’Ottocento; in questo secolo la comodità borghese prese il sopravvento sui rischi e le difficoltà di un lungo spostamento, e il viaggio cominciò ad essere inteso come motivo di piacere e non più solo come riscoperta della cultura. Nel corso degli ultimi due secoli abbiamo assistito al ridisegnarsi della geografia territoriale, che ha portato le ben note conseguenze, come lo stanziamento nelle città delle popolazioni che abitavano in campagna; questo fenomeno è avvenuto periodicamente nella storia dell’uomo ma nel secolo scorso è stato cruciale per il cambio di valore del viaggio.<br />
Si è affacciata nelle nostre abitudini la modalità di viaggio denominata turismo di massa, che ha stabilito nuovi propositi e una diversa percezione degli spostamenti, sentiti come esigenze fisiche e psicologiche. Si continua a compiere “pellegrinaggi” culturali, verso le più importanti destinazioni storico-artistiche, ma anche in luoghi lontani per visitare una sola opera. Questo è l’intento della Land Art, o Arte Ambientale, corrente sorta negli anni Settanta; i land artists denunciano i drastici interventi dell’uomo sulla natura, e intervengono loro stessi sul paesaggio, preferendo grandi spazi all’aperto o i deserti, per creare un’opera in un ambiente ancora incontaminato. <br />Per fruire queste creazioni è necessario mettersi in viaggio, ritrovare un legame con la natura, e il visitatore è portato a vivere un’esperienza non solo visiva ma anche mentale. Il viaggio è infatti un percorso anche interiore, che risponde al desiderio di elaborare una nuova coscienza, e permette all’uomo di confrontare se stesso con altre culture.<br />
E quindi nella nostra epoca di spostamenti a livello globale come si è modificata la dimensione del viaggio? <br />
Con i mezzi di comunicazione di massa e le potenzialità di Internet possiamo visitare virtualmente luoghi un tempo solo immaginati e organizzare in anticipo le tappe di un viaggio; il senso dello spostamento tradizionale si è evoluto, e l’esperienza virtuale si intreccia ora con il viaggio intrapreso fisicamente.
Questa “esperienza mediata”, come viene definita, grazie alla quale acquisiamo informazioni sulla meta da raggiungere prima di recarvisi, non è considerata meno importante e profonda del viaggio reale, poiché viene a costituire un primo approccio con la destinazione scelta; quando il viaggio concreto viene compiuto si enfatizzano le emozioni elaborate durante l’attesa e si ritrova una nuova consapevolezza.
Edgar Morin scriveva che <font color="#FFFFFF">“<i>la conoscenza è una navigazione in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezze</i>”</font>.<br /> Le incertezze e le insidie che un tempo gravavano sui viaggiatori si possono dissolvere più facilmente nell’era digitale, che tuttavia svela anche l’altro lato della medaglia; in un’epoca di continui movimenti e interazioni si devono fare i conti con l’ingente fenomeno dell’emigrazione di nuclei sociali che affrontano i rischi di un viaggio spesso in condizioni allarmanti con la speranza di ricominciare altrove una vita dignitosa.<br />L’arte ha recepito e spesso anticipato le dinamiche e i cambiamenti in atto nella società e presta continuamente la sua esperienza per fornire un’interpretazione sincera, e a volte scomoda, degli eventi nel loro sempre più rapido e fluido divenire.<br />
L’attuale panorama culturale è in continua trasformazione, non catalogato da etichette e non racchiuso entro specifici confini; la scena artistica attuale, che interseca i più diversi ambiti, volge la sua ricerca a tutte le sfaccettature del reale, attraversando frontiere geografiche e intellettuali, in un costante processo di scambio.
Gli artisti dell’<font color="#FFFFFF">Associazione Paolo Capovilla</font> hanno riflettuto con i loro lavori sul multiforme contesto nel quale si trovano ad operare, che si intreccia con il complesso concetto di viaggio dell’uomo e della sua condizione.
Alcune opere costituiscono presentazioni di viaggi, nelle quali gli artisti si sono confrontati con temi e forme del passato, altre sono rappresentazioni di viaggi che stringono un dialogo con le tendenze globali. <br />Lo spettatore è invitato a interagire con questo percorso, per creare nuovi spunti e riflettere sulla globalizzazione della cultura.
I protagonisti di questa esposizione sono coinvolti allo stesso modo nel tentativo di elaborare una “rotta”, un viaggio appunto, che segua come chiave di lettura la ricerca di una nuova identità dell’uomo contemporaneo e il procedere stesso dell’arte dentro, fuori e attraverso i suoi meccanismi.<br/><br/> <br/> <div style='text-align:right;'><span style="color: white;">Chiara Rizzante</span></div><br/></font></td></tr>
<tr><td bgcolor="#FFFFFF" colspan="3" height="1"></td></tr>
</tbody></table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-29471712253071789622012-07-25T19:39:00.001+02:002012-07-25T20:22:06.388+02:00Programma eventi mostra VIAGGIO dentro-fuori-attraverso<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0">
<tr><td colspan="3">
<font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">
<font color="#FFFFFF"><b>27/7</b></font> ore 19:00 inaugurazione.<br/>
<font color="#FFFFFF"><b>31/7</b></font> ore 19:00 proiezione del documentario <font color="#FFFFFF">"<b>Stranieri in Patria</b>"</font> di <font color="#FFFFFF"><b>Roberto Citran</b></font> e <font color="#FFFFFF"><b>Gianni Ferraretto</b></font>.<br/>
<font color="#FFFFFF"><b>02/8</b> </font>ore 21:00 <font color="#FFFFFF">"<b>Viaggio nella Mente</b>"</font>, si può fare? Riflessioni di <font color="#FFFFFF"><b>Manuela Tirelli</b></font>, psicologa e psicoterapeuta e proiezione del film <font color="#FFFFFF"><b>“Si può fare</b>"</font> di <font color="#FFFFFF"><b>Giulio Manfredonia</b></font> con <b>Claudio Bisio</b>.<br/>
<font color="#FFFFFF"><b>03/8</b> </font>ore 19:00 <font color="#FFFFFF"><b>Reeta Pawone era nelle BR</b> </font>Musica dal vivo.<br/>
<font color="#FFFFFF"><b>07/8</b></font> ore 19,00 presentazione del libro <font color="#FFFFFF">"<b>Pangli - una storia Hippy</b>"</font> di <font color="#FFFFFF"><b>Enrico Zorzato</b></font>.<br/>
<font color="#FFFFFF"><b>09/8</b></font> ore 21,00 proiezione del film <font color="#FFFFFF">"<b>il muro di gomma</b>"</font> di <font color="#FFFFFF"><b>Dino Risi</b></font> e presentazione dell'istallazione <font color="#FFFFFF">"<b>Ustica</b>"</font>.<br/>
<font color="#FFFFFF"><b>20/8</b></font> ore 19:00 presentazione libro <font color="#FFFFFF">"<b>Balkanaf</b>"</font> di <font color="#FFFFFF"><b>Simone Settimo</b></font>, presentazione di <font color="#FFFFFF"><b>Gianni Umicini</b></font>.<br/>
<font color="#FFFFFF"><b>22/8</b></font> ore 19:00 poesie di viaggio in collaborazione con <font color="#FFFFFF">"<b>I Nuovi Samizdat</b>"</font>.<br/>
<font color="#FFFFFF"><b>23/8</b></font> ore 19:00 geografia sacra e cosmovisione: viaggio nella geografia dei luoghi e dell'anima di <font color="#FFFFFF"><b>Sandro Pravisani</b></font>.<br/>
<font color="#FFFFFF"><b>26/8</b></font> ore 19:00 presentazione del libro <font color="#FFFFFF">"<b>Yugoland in viaggio per i balcani</b>"</font>di <font color="#FFFFFF"><b>Andrea Ragona</b> </font>e musica balcanica con <font color="#FFFFFF"><b>Ajde Zora</b></font>.<br/>
<br/></font>
</td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-40051368563608349822012-07-17T22:10:00.001+02:002012-07-17T22:12:50.571+02:00"VIAGGIO dentro-fuori-attraverso"<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p><font color="#FFFFFF">Padova 28 luglio - 26 agosto 2012 Ex Macello, via Cornaro 1<br />Inaugurazione 27 luglio ore 18:30</font><br />L'idea di fondo è quella di porre l'attenzione sull'esperienza umana contemporanea, nella quale il personale viaggio di ogni uomo è intersecato dai grandi eventi delle migrazioni e del mutamento del quadro di riferimento culturale. L'arte contemporanea è oggi più che mai in trasformazione e allo stesso tempo testimone e attrice di tali mutamenti. Trenta artisti: pittori, scultori, fotografi e performers, si confronteranno su questo tema con gli strumenti del loro fare, cercando di approfondire la relazione fra arte e cambiamento, il dentro e il fuori, l'individuo e la complessità.</p></font></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/viaggio-1_blog.jpg" alt="Viaggio 1" width="308" height="308" border="0"></td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><font color="#FFFFFF">Queste sono le opere che presenterò.</font><br />In questo contesto la <font color="#FFFFFF">rappresentazione concettuale</font> del <font color="#FFFFFF">viaggio</font> viene subordinato ad un “viaggio virtuale” attraverso strumenti elettronici (quali smartphone e App) e grafici (codice a barre bidimensionale) che ci guidono e conducono in un luogo altro, al di fuori delle mura fisiche della mostra, in cui poter fruire del lavoro dell'artista anche in altri momenti.<br />
Perciò un <font color="#FFFFFF">viaggio</font> per il viaggio, con veri e propri mezzi, con il desiderio di viaggiare e di scoprire altrove le sorprese del viaggio stesso che in questo caso sono dei veri e propri <font color="#FFFFFF">appunti di viaggi</font> di luoghi e di istanti trasformati in disegni.</font></td></tr>
<tr><td valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/viaggio-2_blog.jpg" alt="Viaggio 2" width="308" height="308" border="0"/></td><td> </td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Dunque una sorta di scatole cinesi, una <font color="#FFFFFF">metafora del viaggio</font> con un viaggio attraverso una rete, non stradale ma di collegamenti informatici tramite i quali visitare altri luoghi e, come un vero e proprio viaggio, prendere possesso del visto per poterlo rivedere.
Come ogni viaggio che si rispetti, non è alla portata di tutti, anche se speriamo siano molti a fare questa esperienza del “viaggio virtuale” portandosi via con se la conoscenza di una nuova strada per ritrovare e riprovare le emozioni del viaggio attraverso le opere dell'artista.
Munitevi di uno smartphon, o affiancatevi a una persona che ce l'ha, altro effetto collaterale del viaggio ossia la condivisione, installate una qualsiasi App gratuita di scansione di codici a barre,</font></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/viaggio-3_blog.jpg" alt="Viaggio 3" width="308" height="308" border="0"></td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">vi consiglio <font color="#FFFFFF">QR CODE CITY SCAN</font> per esempio, allacciatevi le cinture e lasciatevi guidare da queste grafiche.
<br /><br />
Si potranno vedere alcuni disegni di luoghi e situazioni particolari, alcune rappresentazioni di viste da un finestrino e un paesaggio della memoria, praticamente momenti significativi di viaggi personali in questi ultimi anni.<br /><br /><br />A presto si potranno vedere gli <font color="#FFFFFF">appunti di viaggi</font> anche per chi non ha uno smartphone.</font></td></tr>
<tr><td colspan="3"><p><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><font color="#FFFFFF">Info
orario: </font><br />tutti i giorni 17.30-19.30;<br />sabato e domenica anche 11-13;
<font color="#FFFFFF">chiuso dal 12 al 19 agosto </font><br />infocultura@comune.padova.it<br />
<font color="#FFFFFF">Associazione culturale Paolo Capovilla</font>
<br /><br /><br />Raniero
</font></p></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-74187103256425513782012-05-06T23:34:00.001+02:002012-07-17T22:25:45.159+02:00Presentazione di Giulia Gamba a "Ponte ad Oriente"<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p>Raniero è innanzitutto un uomo, con le sue passioni, i suoi ideali, sogni e delusioni. È una persona pacata ma risoluta, capace di “urlare” tutto un mondo di stati d’animo, ma sottovoce. <br />Possono quindi lasciare leggermente interdetti i due disegni presentati in occasione di questa esposizione, "<font color="#FFFFFF">Corde 1</font>" e "<font color="#FFFFFF">Scarpette Rosse</font>", riportate qui sotto.</p></font></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/corde1_blog.jpg" alt="Corde 1" width="308" height="411" border="0"></td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"> Ad un primo colpo d’occhio, la tensione erotica che si sprigiona dai corpi nudi e costretti dalle corde delle due donne sembra essere il motore principale delle opere; Raniero asseconda il voyeurismo dello spettatore, si delizia nel delineare le morbide curve del corpo femminile, i cui sensuali dettagli sono spesso oggetto della sua attenzione artistica vedi pure "<font color="#FFFFFF">Morso al buio</font>".<br />
“I disegni hanno un impatto dal punto di vista erotico e dal punto di vista del pensiero” spiega Raniero, “chi si ferma al primo, si ferma all’aspetto figurativo e non al simbolo”.Ecco dunque lo “stereotipo”: lo Shibari, meglio noto come Kinbaku è un’antica forma artistica di legatura giapponese che racchiude in sé molti stili ed utilizzi, e fa riferimento ad altre forme artistiche tradizionali giapponesi come Ikebana, Sumi-e (pittura con inchiostro nero) e Chanoyu (cerimonia del tè).<br />Tra i vari utilizzi dello Shibari si possono citare: </font></td></tr>
<tr><td valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/scarpette_rosse_blog.jpg" alt="Scarpette Rosse" width="308" height="414" border="0"/></td><td> </td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">scultura vivente dinamica, pratica meditativa condivisa, rilassamento profondo per la flessibilità del corpo e della mente.
Nello Shibari il Nawashi (artista della corda, ossia colui che esegue la legatura) esegue disegni e forme geometriche che creano un meraviglioso contrasto con le curve naturali ed i recessi del corpo femminile. La consistenza e la tensione delle corde creano un contrasto visivo con la pelle liscia e le curve, sottolineando la morbidezza delle forme corporee. La modella diventa come una tela, e la corda è il colore ed il pennello. Questo contrasto viene ulteriormente enfatizzato dall’utilizzo di modelle dalle forme giunoniche, le cui curve generose compresse dalle corde creano forme e giochi di luci ed ombre ancora più evidenti.
Chiaramente questa pratica ha un risvolto erotico e, soprattutto in Occidente, è stato recepito come quasi esclusivamente come quell’insieme di quelle pratiche sessuali</font></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/morso_blog.jpg" alt="Corde 1" width="308" height="369" border="0"></td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">di costrizione fisica ai soli fini di eccitare il pubblico. Raniero va oltre, come dicevamo, la recezione puramente sessuale di quest’arte, e ne sfrutta le potenzialità spettacolari per attirare il nostro sguardo e portarci a riflettere su cosa quelle corde, quelle donne costrette in catene – che troviamo anche in altri lavori come possiamo vedere qui a fianco "<font color="#FFFFFF">Siamo tutti prigionieri</font>" - vogliono comunicarci. La parola d’ordine è: costrizione. Fisica e mentale, e radicata nell’animo, in profondità. La costrizione comune all’intero genere umano, teso verso il desiderio di abbandonarsi alle passioni e agli istinti e dall’altra parte dalla necessità di reprimerli, tra la volontà di dare libero sfogo alla propria indole e il piegarsi ai doveri – e su questo punto ricordiamo i cenni biografici dello stesso Raniero che intraprese gli studi ed il lavoro di ingegnere,</font></td></tr>
<tr><td valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/prigionieri1_blog.jpg" alt="Siamo tutti prigionieri 1" width="308" height="414" border="0"/></td><td> </td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">ma che nel 2007 diplomandosi al Modigliani ha dato il via a una sorta di “rinascita esistenziale" la volontà artistica era sempre lì, latente, costretta a rimanere sottopelle, ma la “gabbia” è stata aperta ed è iniziata l’avventura artistica. Alcune “corde”, alcuni nodi permangono ancora, ed è a questi che dà voce attraverso le immagini-simboli che abbiamo visto. per quanto riguarda le opere esposte in occasione di questa mostra, al di sotto della piacevole interfaccia lo sguardo malinconico e la rete che fa da sfondo a Scarpette rosse e la posizione di spalle di Corde 1 ci fanno presentire e riflettere su una situazione che, certo, non sembra desiderata dai soggetti che la subiscono.<br/><br/> Il gioco duale tra costrizione ed erotismo si trova anche in un grande artista giapponese contemporaneo: </font></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/nobuyoshi-araki1_blog.jpg" alt="Nobuyoshi Araki" width="308" height="211" border="0"></td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><font color="#FFFFFF"> Nobuyoshi Araki</font>, alcuni esempi di opere qui a fianco, classe 1940, è sicuramente molto provocatorio nei suoi scatti, e non nasconde che suo scopo è anche quello di esprimere la sensazione del contatto con il corpo femminile. Araki scatta, tra il 1979 e il 1983 una serie di foto intitolate Bondage. “Tecnicamente parlando, il bondage è una pratica sessuale che incapsula il corpo in maniera più o meno costrittiva e con elementi di diverso tipo, dalle corde alle catene a corsetti di pelle molto fetish,</font></td></tr>
<tr><td valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/nobuyoshi-araki2_blog.jpg" alt="Nobuyoshi Araki" width="308" height="251" border="0"/></td><td> </td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">così da esercitare sulla vittima un controllo quasi assoluto, una coercizione fisica che la esponga a qualsiasi genere di sacrilegio, di crudeltà” (Fabbri, p. 107).In questo modo non può che ricordarci molte pratiche di Body Art di fine anno 60 e anche gli oggetti impacchettati da Christò. Nel caso di Araki però il “già fatto” che viene impacchettato, legato, sono persone,che mediante queste pratiche banalizzano, stereotipizzano delle estremizzazioni sessuali. Anche in questo caso però, l’artista va oltre, sveste i panni del morboso documentarista di perversioni per indossare quelli del ritrattista </font></td></tr>
<tr><td valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/nobuyoshi-araki3_blog.jpg" alt="Nobuyoshi Araki" width="308" height="245" border="0"/></td><td> </td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">di corpi straniati. La solitudine dei corpi, i volti spesso contriti, non possono che farci provare, a un certo punto, la pietà che si prova per l’animale preso in trappola. Non a caso Araki fa un altro scatto che, a prima vista, col bondage sembra c’entrare poco: nell'opera qui a fianco riportata uno scorcio di città attraversata dai fili del tram, non sembra anch’essa legata da questi fili? Quasi soffocata dai mezzi della modernità?<br />
</font></td></tr>
<tr><td valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/Valeria-Agostinelli1_blog.jpg" alt="Valeria Agostinelli" width="308" height="411" border="0"/></td><td> </td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Un altro particolare interessante lo troviamo in "<font color="#FFFFFF">Scarpette rosse</font>", ed è già il titolo a indicarcelo: queste scarpe rosse spiccano nel disegno realizzato totalmente in matita. Esse richiamano la passione, l’eros, ma anche la condizione femminile obbligata a un’esibita sensualità, forse ultima possibilità di sentirsi accettata, unico modo vano per evitare la solitudine.<br/><br/>Questo tema viene largamente trattato da una giovane artista, <font color="#FFFFFF">Valeria Agostinelli</font>, vediamo alcune opere qui a fianco, nelle quali ricorrono, come soggetto prediletto, le scarpette rosse, spesso calzate da gambe magre e lunghe; esse sono simbolo della fragilità femminile di fronte alla violenza insita nella vita, di una remissività nei confronti della volontà di possesso maschile, vi è una “attrazione-repulsione per un destino segnato, che fa loro offrire l’invito erotico di una "scarpa rossa”.</font></td></tr>
<tr><td valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/Valeria-Agostinelli2_blog.jpg" alt="Valeria Agostinelli" width="308" height="214" border="0"/></td><td> </td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Abbiamo visto quindi come l’Oriente, con il suo scoperto erotismo, nascosto ed esibito allo stesso tempo, abbia influenzato anche l’immaginario occidentale, portando a interpretare, a dare volto e corpo ai disagi e alle oppressioni del genere umano. Raniero lo coglie, lo fa suo, in un percorso inverso che, dal mondo digitale di cui faceva parte, lo porta a una riscoperta artigianalità, all’uso di tecniche classiche,<br/>“il significato” spiega Raniero,</font></td></tr><tr><td colspan="3"><p><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">"<font color="#FFFFFF">insieme alle tecniche mi danno modo di dire qualcosa . . . quella cosa prima di essere vista è stata vissuta, toccata e ritoccata, pensata, prodotta e infine mostrata</font>".<br /><br />
<br /><br />Giulia Gamba
<br /><br /><br />
Per saperne di più vai sul<a href="http://www.meetnet.it/"><font color="#FFFFFF"> sito personale di Raniero</font></a><br />
</font></p></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-49125693257278510602012-04-20T11:10:00.000+02:002012-04-20T21:17:36.531+02:00Ponte ad Oriente, dalla tradizione allo stereotipo<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td> <br />
<p align="center"><em><font color="#FFFFFF" size="4" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Ponte ad Oriente</font><br />
<font color="#FFFFFF" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Dalla tradizione allo stereotipo</font></em></p></td></tr>
<tr><td height="10"></td></tr>
<tr><td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p align="left">
Mostra d'arte contemporanea all'interno dell'evento "Ponte ad Oriente" coordinato dal centro arti marziali Yu Shin Kan organizzato in collaborazione con il Comune di Ponte San Nicolò e con l'AICS.<br />La rassegna si aprirà con l'inaugurazione, presso il centro <font color="#FFFFFF"><strong>Rigoni Stern di Ponte San Nicolò</strong></font>, della mostra d'arte contemporanea, sabato 21 Aprile alle 18:30.</br></br>
Parteciperanno alla mostra gli artisti:</br>
Paolo Camporese, Sergio Marchioro, Raniero Menin, Luigi Rotundo, Mara Ruzza</br></br>
curati dalle curatrici:
Valentina Baradel, Giulia Gamba, Lisa Parolo, Chiara Rizzante.
</br></br>La mostra sarà aperta sino il 28 di Aprile, dalle 15:00 alle 19:30, escluso il 25 Aprile, ingresso gratuito.
</p></font></td></tr>
<tr><td><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td></tr>
<tr><td><div align="center"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/eventi/locandinap.jpg" width="354" height="521" /></div></td></tr>
<tr><td><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td> </tr>
<tr><td><p align="left"><font color="#FFFFFF" size="4" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><strong><font size="4"><em>Presentazione il 24 Aprile 2012 ore 21:00</em></font></strong></font><br />
<br /><font size="3" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><strong><font color="#FFFFFF">Lisa Parolo </font></strong><font size="2">presenta </font><strong><font color="#FFFFFF">Luigi Rotundo </font></strong> <br /><br /><font color="#FFFFFF"><strong>Giulia Gamba </font></strong><font size="2">presenta </font><strong><font color="#FFFFFF">Raniero Menin</font></strong> <br />
<br /><strong><font color="#FFFFFF">Chiara Rizzante </font></strong><font size="2">presenta </font><strong><font color="#FFFFFF">Sergio Marchioro </font></strong> <br />
<br /><strong><font color="#FFFFFF">Valentina Baradel </font></strong><font size="2">presenta </font><strong><font color="#FFFFFF">Mara Ruzza e Paolo Camporese<br /></font></strong></p>
<p align="left"><em><br /><br />
Raniero </font></em></p></td></tr>
<tr> <td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td> </tr>
<td height="1" bgcolor="#FFFFFF"></td> </tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-68391850414814531832012-04-09T22:59:00.001+02:002012-04-09T23:11:26.535+02:00Effetti collaterali<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p>Effetti collaterali di Pragmatica. <br />
In piena filosofia di Pragmatica, ho voluto presentare alla mostra di settembre anche questi due lavori.<br />
</p></font></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top"><a href="http://www.meetnet.it/immagini/blog/chiuso_1.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/chiuso.jpg" alt="Stanchi dei soliti mercanti" width="308" height="278" border="0"></a></td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">"<em><font color="#FFFFFF">Stanchi dei soliti mercanti e affaristi che tentano di succhiarti il sangue?</font></em>"<br />
<br />
Ebbene si, sono proprio stanco dei "<em><font color="#FFFFFF"> mercanti e faccendieri d'arte</font></em>" che cercano di sfruttare a proprio vantaggio deformando e imponendo le regole del mercato. Per questo ho realizzato questo lavoro.</font></td></tr>
<tr><td valign="top"><a href="http://www.meetnet.it/immagini/blog/facciamo_p.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/detersivo_p.jpg" alt="Facciamo Paura" width="308" height="403" border="0"/></a> </td><td> </td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">L'arte è cultura, la cultura è un indice di civiltà. In questo periodo di crisi economica si è messo mano più volte per ridurre le risorse alla cultura, soprattutto all'arte e alla storia dell'arte. <br />
In un paese con il patrimonio artistico più ricco al mondo trovo poco intelligente non investire nell'arte per incentivare il nostro DNA artistico.<br />
Come risposta a questa politica ho pensato ad un detergente efficace contro i contabili della cultura.<br />
<br />
<br />
Qui a fianco due particolari<br />
</font></td></tr>
<tr><td colspan="3"><p><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><br />
Raniero <br />
<br />
</font></p></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-89946558265682050282011-12-04T12:27:00.002+01:002011-12-04T15:30:30.863+01:00Any Where 18 Dicembre 2011 Galleria Samonà, via Roma, Padova<font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p align="left"><strong><font color="#FFFFFF">Any Where</font></strong></br> Era il 2004 quando conobbi Silvio De Campo e Renata Galiazzo durante una conferenza tenutasi nel Liceo Artistico. C'è stata quasi subito un'affinità d'animo, personale, più che artistico.</br>Nel 2005, credo di ricordare esattamente, durante una loro mostra mi hanno coinvolto in questo progetto ANY WHERE, ossia nell'installare alcune loro riproduzioni fotografiche di opere in posti particolari e realizzarne una foto come "testimonianza" dell'installazione.</br>Renata e Silvio hanno raccolto queste foto e all'interno della mostra STUDIO, inaugurata il 4 di Dicembre, prenderà vita il progetto ANY WHERE, presentato appunto il 18 Dicembre 2011.</br>Ho partecipato molto volentieri a questo progetto con due montaggi fotografici di due opere di Silvio e Renata su ambienti virtuali creando così un'opera sull'opera, enfatizzando il primordiale messaggio delle opere di Silvio e Renata, amplificando l'essenza seppur decontestualizzando il loro lavoro, appunto cambiandone fisicamente l'ubicazione.</br>Ringrazio Silvio e Renata per l'occasione che mi hanno dato e per la loro amicizia.</p></font><br />
<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td><p align="left"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Raniero<br />
Per saperne di più vai sul<a href="http://www.meetnet.it/eventi.html"><font color="#FFFFFF"> mio sito</font></a></font></td></tr>
<tr><td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td></tr>
<td height="1" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-82553430067013690482011-09-27T18:17:00.000+02:002011-09-27T18:17:49.393+02:00Presentazione a Pragmatica, 21 settembre 2011<font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p align="left"><strong><font color="#FFFFFF">Presentazione a Pragmatica</font></strong></br> Volevo ringraziare Katia Giovinazzo per il lavoro fatto e la presentazione delle mie opere esposte a Pragmatica durante la serata del 21 settembre, altresì ringraziare tutti i partecipanti all'evento che mi hanno dimostrato affetto e partecipazione.</br> Ho postato qui la prima parte del video per che volesse vedere l'evento. </p></font><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/o4us4P80EU4?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p align="left"><strong><font color="#FFFFFF">Un doveroso ringraziamento a Stefano per il lavoro di ripresa e montaggio</font></strong></br></p></font><br />
<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td><p align="left"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Raniero</font></td></tr>
<tr><td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td></tr>
<td height="1" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-86438251830506994912011-09-17T19:53:00.000+02:002011-09-17T19:53:58.419+02:00Inaugurazione PRAGMATICA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjErCpuIwciBz5oRearSRJGYzyCFELc-Z6atBRb6u3DogJNkoTPMQzPmv8SchoIn7qRt6Tn76DDXs3_YTtL_xqVnZckerxvemeRA8am2mc5o3z1yzOeKL9LS7dSyseB2Bphd83I43BSuJ4/s1600/roberto_callegari.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="320" width="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjErCpuIwciBz5oRearSRJGYzyCFELc-Z6atBRb6u3DogJNkoTPMQzPmv8SchoIn7qRt6Tn76DDXs3_YTtL_xqVnZckerxvemeRA8am2mc5o3z1yzOeKL9LS7dSyseB2Bphd83I43BSuJ4/s320/roberto_callegari.jpg" /></a></div><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p align="left"><strong><font color="#FFFFFF">Roberto Callegari, presidente dell'associazione Capovilla</font></strong></br> mentre presenta l'evento "PRAGMATICA"</p></font><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqs5FaEVO8ngmvmEorR2GFhoaF2MN7f6O2krCa2XCa0rjpXpAufhD4F5_1OIfhSkjMKd7muLJKWK9d16eJAUKSLujzEZabUdoOYaTLy7zh6RyfF6bkvlIlJAI2Y7M6XrPh2O_nLxS64qU/s1600/curatori.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="204" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqs5FaEVO8ngmvmEorR2GFhoaF2MN7f6O2krCa2XCa0rjpXpAufhD4F5_1OIfhSkjMKd7muLJKWK9d16eJAUKSLujzEZabUdoOYaTLy7zh6RyfF6bkvlIlJAI2Y7M6XrPh2O_nLxS64qU/s320/curatori.jpg" /></a></div><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p align="left"><strong><font color="#FFFFFF">Alcuni giovani curatori presenti alla serata dell'inaugurazione</font></strong></br>Vale la pena di citarli tutti i giovani curatori, ringraziandoli della loro partecipazione e per il lavoro svolto;</br>puramente in ordine di apparizione:</br><br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<strong><font color="#FFFFFF">Lisa Parolo <br />
Giulia Giraldo<br />
Edoardo Anastasio <br />
Caterina Mestrovich <br />
Katia Giovinazzo <br />
Elena Beni<br />
Maria Palladino<br />
Elisabetta Vanzelli <br />
Chiara Rizzante <br />
Benedetta Turlon <br />
Federica Magro</font></strong><br />
</p></font><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCT_fOIdhP6p-v1sepziauemLRHFQxvUDIbFTI8s_6bWIZVv8zr1TiuPy8TAzwSjIOp12s72qENIYUIZEIYp0UZB1jpyXReTMSpqzl3Q_QiBa4idlS9eiTfr38_eTT_cFMtPgJIzs4c8w/s1600/galesso.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="320" width="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCT_fOIdhP6p-v1sepziauemLRHFQxvUDIbFTI8s_6bWIZVv8zr1TiuPy8TAzwSjIOp12s72qENIYUIZEIYp0UZB1jpyXReTMSpqzl3Q_QiBa4idlS9eiTfr38_eTT_cFMtPgJIzs4c8w/s320/galesso.jpg" /></a></div><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p align="left"><strong><font color="#FFFFFF">Guido Galesso, critico d'arte</font></strong></br> durante il suo intervento di apertura su "PRAGMATICA"</br> Un estratto dal suo intervento:<br />
Il campo entro il quale si giocano i rapporti fra artista e critica può essere schematicamente definito entro le due concezioni dell’arte e della critica rappresentati dalle due descrizioni precedenti, che possiamo considerare simili a due poli d’attrazione. Fra i due poli agiscono le varie componenti che formano il mondo dell’arte, gli autori e il pubblico, gli artisti, i critici, i curatori, i galleristi i collezionisti.<br />
Pragmatica, promossa dall’Associazione Paolo Capovilla, propone in miniatura il vasto e complesso mondo dell’arte. Chiama gli artisti a mettersi in gioco assieme ai curatori, a quei critici particolari che, letteralmente, si prendono cura delle opere. Pragmatica vuole essere un luogo privilegiato dove gli autori e le opere incontrano il pubblico e ad esso si schiudono. I giovani curatori si sono messi a loro disposizione per offrire al pubblico la loro funzione di primi interpreti. <br />
Da due secoli circa, da quando si è formato il mercato dell’arte, le opere entrano in rapporto con il pubblico in quanto merce, come già aveva colto Johann Heinrich Füssli. Gli artisti sono virtualmente soli di fronte al mercato, non più scelti, guidati e sostenuti dalla committenza, ma “liberi” di scegliere cosa e come fare. La figura del committente è stata sostituita da quella del collezionista che, acquistando l’opera, ne sancisce il valore, la sua sopravvivenza come opera d’arte, e al contempo sanziona il valore dell’autore in quanto artista. Forse ancora non è evidente a qualcuno il cambiamento radicale avvenuto quando alla figura del committente si è sostituita la figura del collezionista. In quanto merce l’opera ha valore quando le è riconosciuto un prezzo. Lo attesta la consuetudine di stimare il valore quantificandone il prezzo ossia istituendo l’identità valore=prezzo. Già Charles Baudelaire, rivolgendosi ai borghesi nella visita ai Salon parigini, agli albori della critica d’arte contemporanea, aveva colto l’importanza del critico quale mediatore fra artista, altrimenti incompreso, e pubblico, ignaro e indifferente. Da allora il sistema dell’arte è incrementato smisuratamente, articolando i ruoli e i luoghi di incontro, dove i collezionisti, apprezzando le opere d’arte, sanciscono la qualità degli autori. Quasi leggendarie le figure dei grandi galleristi fra Ottocento e Novecento, come Paul Durand-Ruel, Ambrosie Vollard e Daniel-Henry Kahnweiler, con le loro “scuderie” di artisti. Il Novecento ha eletto le gallerie come luoghi di formazione del valore, mentre gli atelier sono i luoghi della produzione delle opere. Ora, mentre le grandi collezioni pubbliche e le grandi mostre internazionali vidimano il valore assoluto degli autori, le grandi collezioni mondiali sanciscono il prezzo e quindi il valore delle loro opere, che vengono scambiate nelle aste newyorkesi e londinesi e nelle innumerevoli fiere.<br />
Le grandi collezioni sono diventate multinazionali dell’arte, capaci di muovere folle e di rigenerare intere città con conseguenti effetti economici che interessano i poteri politici e le grandi banche d’affari, mentre la statura delle archistar è consacrata dalla progettazione dei luoghi espositivi dell’arte.<br />
<br />
<strong><font color="#FFFFFF">“A che serve la critica?”</font></strong>, si chiedeva già Baudelaire agli albori del contemporaneo sistema dell’arte. Quale ruolo svolge la critica nel rapporto fra artista e pubblico? Questa domanda è ancora attuale, se il valore dell’opera è indicato dal valore di scambio? Il critico può ancora favorire od ostacolare il successo degli autori ergendosi a giudice? O è relegato a una funzione di complemento, subalterna ai valori già sanciti dal mercato, chiamato a confezionare un prodotto, ad assumersi esclusivamente la responsabilità del packaging? Quale ruolo svolge in particolare il curatore, quel critico che elegge l’opera all’esposizione, facendosi carico di un suo primo implicito ed esplicito giudizio?<br />
<br />
A queste domande autori e curatori di Pragmatica hanno dato ognuno la propria risposta. Si sono scelti e conosciuti reciprocamente, dando vita ad un laboratorio che, nella sua singolarità, si costituisce come esemplare proposta. L’esposizione nell’Ex Macello di Padova, appuntamento ormai annuale voluto dall’Associazione Paolo Capovilla, segue in questa occasione un’impostazione diversa dalle precedenti edizioni. <br />
Eletto a tema non è più un soggetto comune e vincolante, bensì la condizione stessa dell’artista, sciolto da vincoli con gallerie e quindi libero di scegliere sia cosa trattare sia come interpretare. Ogni autore, sedicente artista finché il pubblico non ne riconosce il valore, può seguire la sua poetica autoreferenziale o rivolgersi ad un soggetto esterno a cui dare la propria forma individuale. Artista e curatore, forse in simbiosi o in dialettico confronto, allestiscono lo spazio espositivo come fosse una piccola personale e assieme hanno modo di presentare le opere a loro incondizionata responsabilità.<br />
L’Ex Macello, eletto ormai a luogo espositivo dell’arte contemporanea al suo stato sorgivo, con le sue distinte campate accoglie volentieri questa intenzione e si propone al pubblico, destinatario e ultimo giudice.</p></font><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm96iHbmPcaDba6nwZUtvrgUsfU1JiqfRX8ZC94qsLv06nGm7tafbcmxQriiyZNPScRrOJS0L-SHU7YYsBa1_GYPnFGOdYE1wYqhpVSsShKnZSnFVO_n6wy48HKMMjI4XsSow2uC3HF6I/s1600/visitatori_2.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="240" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm96iHbmPcaDba6nwZUtvrgUsfU1JiqfRX8ZC94qsLv06nGm7tafbcmxQriiyZNPScRrOJS0L-SHU7YYsBa1_GYPnFGOdYE1wYqhpVSsShKnZSnFVO_n6wy48HKMMjI4XsSow2uC3HF6I/s320/visitatori_2.jpg" /></a></div><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p align="left"><strong><font color="#FFFFFF">Visitatori</font></strong></br></br></br>Volevo cogliere l'occasione per ringraziare tutti i collaboratori all'organizzazione dell'evento e alla magnifica riuscita dell'inaugurazione.</br>Vi aspetto tutti alle serate di presentazione dei curatori, in particolare, scusate se ne approfitto, alla serata del 21 settembre 2011 alle ore 21.00, durante la quale la curatrice Katia Giovinazzo presenterà i miei lavori in mostra.</p></font><table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td><p align="left"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Raniero</font></td></tr>
<tr><td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td></tr><td height="1" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr></table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-466238051628763522011-09-13T18:47:00.000+02:002011-09-13T18:47:35.251+02:00Pragmatica, ipotesi per una collezione d'arte contemporanea<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr> <td> <br />
<p align="center"><em><font color="#FFFFFF" size="4" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Pragmatica</font><br />
<font color="#FFFFFF" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Ipotesi per una collezione d’arte contemporanea.</font></em></p></td></tr>
<tr><td height="10"></td></tr>
<tr><td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p align="left">Sembra uno strano titolo per una mostra, almeno sembra, in realtà <strong><font color="#FFFFFF">Pragmatica</font></strong> è una disciplina che si occupa di linguaggio, comunicazione e concreti scambi comunicativi, in altre parole tutto quello che avviene all'interno di una mostra d'arti visive. <br />
L'impronta pratica e concreta che l'artista vuole dare con il suo operare, con il suo "fare arte" attraverso un proprio linguaggio per entrare in comunicazione diretta con chi lo osserva.<br />
Un segno concreto rivolto anche alle amministrazioni che, troppo spesso, guardano altrove o troppo lontano per cogliere cosa può offrire il territorio locale in termini di espressioni artistiche, non solo rivolte al mercato fine a se stesso ma come "oggetto e soggetto culturale" in un momento in cui l'arte e la cultura vengono subordinate ed equiparate all'efficienza ed efficacia produttiva e di commercio.<br />
<font color="#FFFFFF"><strong>Pragmatica</strong></font>, in controtendenza, sarà un evento per non rinnegare e per rivendicare le nostre vere radici artistiche fondate su spazi, sempre meno presenti e oramai introvabili, in cui operare e condividere le proprie esperienze artistiche, prima con "colleghi" e poi con il resto della comunità, facendoli diventare veri e propri punti culturali e formativi se non anche educativi.<br />
Questo appuntamento dovrebbe diventare un "<font color="#FFFFFF">messaggio concreto</font>" e un momento di conoscenza per stimolare la consapevolezza delle potenzialità e dei "bisogni" degli artisti proprio in contrapposizione alle logiche di mercato e agli affaristi che hanno trasformato l'arte in business.<br />
La mostra, presso lo spazio espositivo <font color="#FFFFFF">Ex Macello, via Cornaro 1 a Padova, dal 9 settembre al 2 ottobre 2011</font>, si struttura in un vernissage di presentazione generale in cui si enfatizza l'idea comune che ha spinto l'associazione Capovilla a presentare i singoli associati con la propria produzione in piccoli atelier e, durante le tre settimane della mostra con cadenza regolare, <font color="#FFFFFF"><strong>un gruppo di giovani curatori - critici d'arte presenteranno singolarmente due o tre artisti per ogni appuntamento serale</strong></font>.<br />
Una sorta di mostra nella mostra, di approfondimento nato dall'avvicinamento e dalla condivisione tra un "artista" e un giovane curatore, allo scopo di far conoscere la propria arte attraverso una visione critica e priva di contaminazioni commerciali ma, prima di tutto, nella sinergia di elementi che potrebbero sembrare lontani, se non altro anagraficamente, ma che hanno una convergenza d’intenti nel “<em><font color="#FFFFFF">fare e nel promuove l'arte</font></em>”. </p></font></td> </tr>
<tr> <td><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td> </tr>
<tr> <td><div align="center"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/eventi/pragmatica_%20invito_p.jpg" width="350" height="222" /></div></td> </tr>
<tr> <td><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td> </tr>
<tr> <td><p align="left"><font color="#FFFFFF" size="4" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><strong><font size="4"><em>Calendario</em></font></strong></font><br />
<br />
<font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">12-09-2011 <strong><font color="#FFFFFF">Lisa Parolo</font></strong> <br />
presenta A. Dzouzi - O. Marcon, L. Rotundo <br />
<br />
13-09-2011 <strong><font color="#FFFFFF">Guido Bartorelli</font></strong> <br />
conferenza “Cronache dalla Biennale di Venezia 2011”<br />
<br />
14-09-2011 <strong><font color="#FFFFFF">Giulia Giraldo</font></strong> <br />
presenta Pia Camporese, F. Giraldo, S. Marchioro <br />
<br />
19-09-2011 <font color="#FFFFFF"><strong>Edoardo Anastasio</strong></font> <br />
presenta G. Ceccherini, F. Zerbetto<br />
<br />
20-09-2011 <font color="#FFFFFF"><strong>Caterina Mestrovich</strong></font> <br />
presenta F. Fobia, R. Nicolè<br />
<br />
21-09-2011 <font color="#FFFFFF"><strong>Katia Giovinazzo</strong></font> <br />
presenta<font color="#FFFFFF"> R. Menin</font>, G. Omodeo<br />
<br />
22-09-2011 <strong><font color="#FFFFFF">E. Beni</font></strong>, <font color="#FFFFFF"><strong>M. Palladino</strong></font><br />
presentano Paolo Camporese, C. Fornas <br />
<br />
26-09-2011 <strong><font color="#FFFFFF">Elisabetta Vanzelli</font></strong> <br />
presenta N. Cordioli, F. Galletti, M. Ruzza, F. Storti<br />
<br />
27-09-2011 <strong><font color="#FFFFFF">Chiara Rizzante</font></strong> <br />
presenta D. Pedrocco, S. Strukul<br />
<br />
28-09-2011 <strong><font color="#FFFFFF">Benedetta Turlon</font></strong> <br />
presenta C. Pizzo, C. Rigato<br />
<br />
29-09-2011 <strong><font color="#FFFFFF">Federica Magro</font></strong> <br />
presenta S. Giacometti, P. Perego<br />
<br />
</p><p align="left"><em>Tutti gli incontri si svolgono allo spazio espositivo <font color="#FFFFFF">Ex Macello</font>, via Cornaro 1, Padova, alle<font color="#FFFFFF"> ore 21</font><br />
<br />
Raniero </font></em></p></td></tr>
<tr> <td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td> </tr>
<td height="1" bgcolor="#FFFFFF"></td> </tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-21131543842437912332011-07-26T18:29:00.027+02:002012-05-06T23:37:32.031+02:00Uomo - Prodotto vs Prodotto - Uomo<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p>Agli inizi degli anni '90, nel settore moda e accessori si è sentito l'esigenza di introdurre una nuova figura professionale : "Uomo - Prodotto". <br />
"<em><font color="#FFFFFF">L'Uomo Prodotto definisce le linee di sviluppo produttivo ed organizzativo, coordina le funzioni aziendali che operano alla definizione del prodotto, supporta i responsabili acquisti materie prime ed i responsabili di produzione per raggiungere la qualità attesa dei prodotti. Si interpone tra il Marketing, lo Stile, la Produzione e partecipa attivamente al processo creativo del prodotto. Figura praticamente identificata con il processo di creazione del prodotto.</font></em>"<br />
</p></font></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top"><a href="http://www.meetnet.it/immagini/blog/uomo1p_2.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/prodotto_uomo1p.jpg" alt="Prodotto Uomo" width="308" height="410" border="0"></a></td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Proseguendo il ragionamento sulla "connotazione del presente" mi è venuto spontaneo giocare con queste due parole e l'uomo - prodotto è diventato "<font color="#FFFFFF">Prodotto - Uomo</font>", ossia l'oggetto, e non più soggetto, della filiera produttiva, ossia l'identificazione con il prodotto stesso, con le sue caratteristiche, con il suo "uso", "consumo" e, purtroppo, con il suo prezzo.<br />
<br />
Mi sono lasciato ispirare da Pellizza da Volpedo, con il suo "<font color="#FFFFFF">Quarto stato</font>", celebre dipinto realizzato agli inizi del '900, (cento anni fa circa) che raffigura una scena di vita sociale, lo sciopero, ma non solo questo; simboleggia pure "<font color="#FFFFFF">il popolo</font>" che avanza verso la luce.</font></td></tr>
<tr><td valign="top"><a href="http://www.meetnet.it/immagini/blog/uomo2p_2.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/prodotto_uomo2p.jpg" alt="Particolare Uomo Prodotto" width="308" height="410" border="0"/></a> </td><td> </td><td valign="top" ><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Ho rappresentato il "<font color="#FFFFFF">nuovo quarto stato</font>", potremmo anche chiamarlo il "<font color="#FFFFFF">quinto stato</font>".<br />
Nulla più raffigura l'avanzata fiera dei lavoratori e lavoratrici verso la luce, ma invece li rappresento visti da dietro, in modo impersonale, che guardano verso il nulla, il buio e ciascuno con il proprio <font color="#FFFFFF"><strong>codice a barre</strong></font> a identificarli come in uno scaffale di un <strong><font color="#FFFFFF">IPERMERCATO</font></strong>.<br />
<br />
Dall'uomo-prodotto al prodotto-uomo appunto.<br />
<br />
<br />
<br />
Qui a fianco due particolari<br />
</font></td></tr>
<tr><td colspan="3"><p><font color="#999999" size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><br />
Raniero <br />
<br />
Per saperne di più vai sul<a href="http://www.meetnet.it/connotazione.html"><font color="#FFFFFF"> mio sito</font></a><br />
</font></p></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-77403243903781172032011-07-05T20:39:00.003+02:002011-09-13T19:03:32.013+02:00L'arte e "l'usa e getta", un possibile punto d'incontro.<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><br />
Per continuare il discorso sul "consumismo", ho unito due estremi, la massima espressione artistica pittorica ossia il ritratto e l'elemento più effimero nell'ambito del consumo ossia la carta da regalo. Estremi non solo nell'uso, uno per durare quasi per sempre, l'altro invece qualche minuto, ma anche nella modalità di "produzione". Il ritratto è il frutto di un insieme di studi e di metodologie artistiche, di prove e di tecniche molto personali, la carta da regalo, invece, viene prodotta in serie, in modo industriale, automatico, con ricchezza cromatica e a prezzi sempre più economici. La sua funzione praticamente è proprio "usa e getta"e una volta aperto il pacco viene cestinata e buttata via. <br />
Io ne faccio supporto per la mia pittura, una sorta di estremi che, in un equilibrio instabile, danno vita ad una espressione artistica.</font><p><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><br />
Raniero </font></p></td></tr>
<tr> <td><div align="center"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/ritratto_3p.jpg" width="402" height="400" hspace="0" vspace="0" border="0" /></div></td></tr>
<tr><td height="10"><div align="center"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Ritratto 3, Acrilico su carta da regalo, 70 x 70 cm</font></div></td></tr>
<tr><td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td> </tr>
<tr> <td><div align="center"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/ritratto_4p.jpg" width="438" height="400" hspace="0" vspace="0" border="0"/></div></td></tr>
<tr><td height="10"><div align="center"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Ritratto 4, Acrilico su carta da regalo, 70 x 70 cm</font></div></td></tr>
<tr><td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td> </tr>
<tr><td><div align="center"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/ritratto_6p.jpg" width="419" height="400" hspace="0" vspace="0" border="0"/></div></td></tr>
<tr><td height="10"><div align="center"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Ritratto 6, Acrilico su carta da regalo, 70 x 70 cm</font></div></td></tr>
<tr><td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td> </tr>
<tr><td height="10"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><br />
Raniero<br />
<br />
Per saperne di più vai sul<a href="http://www.meetnet.it/connotazione.html"><font color="#FFFFFF"> mio sito</font></a></font></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-86669125811319971032011-06-30T18:11:00.009+02:002011-09-13T18:56:58.155+02:00La connotazione del presente è la "QUANTITÀ", il "MERCATO", il "CONSUMO"<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p>Qualche anno fa vidi un bel film, Fight Club, del '99 con Edward Norton che interpretava il narratore, Brad Pitt, che interpretava Tyler Durden e Helena Bonham Carter che interpretava Marla Singer, per chi non la conosce è la bellissima ma perfida Bellatrix Lestrange nella saga di Harry Potter. <br />
Sono stato particolarmente colpito da questo film e ve lo consiglio.<br />
Mi ha fatto così pensare e, tra tutti i temi che il film affronta nei vari dialoghi, riporto di seguito qualche citazione interessante:<br />
"<em><font color="#FFFFFF">……Siamo consumatori!!<br />
si ... siamo consumatori.<br />
Siamo i sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona. Omicidi, stupri, crimini, povertà, queste cose non mi spaventano... quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste, la televisione con 500 canali, il nome di un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra, poche calorie...<br />
<br />
La pubblicità ci mette nell'invidiabile posizione di desiderare auto e vestiti, ma soprattutto possiamo ammazzarci in lavori che odiamo per poterci comprare idiozie che non ci servono affatto ....<br />
<br />
Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari (calciatori), miti del cinema, rock stars (artisti e veline). Ma non è così… </font></em>"<br />
</p></font><p align="right"><strong><font color="#FFFFFF" size="1">Fight Club </font><font size="1">, USA 1999</font></strong></p></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top"><a href="http://www.meetnet.it/immagini/blog/de81_2.html " target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/de8_p.jpg " alt="decollage 8 " width="288" height="409" border="0"/></a></td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Niente di più attuale soprattutto in questi ultimissimi anni, diventa una sollecitazione al consumo in nome di una crisi (attuale) che, per alcuni, sta passando ma che, purtroppo, non ha insegnato nulla.<br />
Non ci sono stati i cambiamenti che la nostra società avrebbe dovuto fare, anzi non ha avuto il coraggio o la volontà di fare, o peggio, non è più in grado di trovare nuovi modelli alternativi al consumismo per sostenere lo sviluppo. Siamo praticamente sommersi ogni giorno da volantini pubblicitari (messaggi pubblicitari), il <strong><font color="#FFFFFF">Mercato</font></strong> è diventato un <font color="#FFFFFF"><strong>SuperMercato</strong></font>, poi un <strong><font color="#FFFFFF">IperMercato</font></strong> e addirittura <strong> <font color="#FFFFFF">EuroMercati</font></strong> per soddisfare desideri smisurati e permettere guadagni sempre maggiori. <br />
Ma la molla, il desiderio, la necessità inconscia, del consumare è spinta ancora di più ora visto che la "crisi è passata" e con essa i sensi di colpa di un cambiamento che non c'è stato e "grazie a Dio" tutto è come prima o forse meglio.<br />
</font></td></tr>
<tr><td valign="top"><a href="http://www.meetnet.it/immagini/blog/de22_2.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/de2_p.jpg" alt="Decollage 2 " width="288" height="361" border="0" /></a> </td><td> </td><td valign="top" ><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Infatti ora abbiamo imparato che "<font color="#FFFFFF">non spende danneggia il paese, genera disoccupazione, fa stagnare l'economia, non permette la distribuzione delle ricchezze ai poveri</font>". I "centri commerciali" di fatto sono diventate le nostre nuove Cattedrali, oramai aperte 7 giorni su sette e quasi 24 ore su 24, con i suoi nuovi Santi, Madonne e Pantocratori,(che cambiano periodicamente come dei paramenti sacri), vere icone del presente che lasceremo in eredità alle generazioni future come tracce del "nostro modello di vita". O peggio sarà l'unico modello, fallimentare, a cui far riferimento anche per loro. Siamo quelli del "<font color="#FFFFFF">tutto incluso</font>", dei "<font color="#FFFFFF">contratti senza limiti</font>", della "<font color="#FFFFFF">bolletta a costo fisso</font>". Proprio in "onore" a questo ho decontestualizzato questa "comunicazione visiva", effimera nei suoi connotati fisici e contenutistici, per elevarla ad opera d'arte "sacra" come nuovi idoli, cercando di fermare il tempo, l'istante, </font></td></tr>
<tr><td colspan="3"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">l'attimo ma non riuscendoci. Con disprezzo e rabbia strappo, metaforicamente e fisicamente, l'idea del <font color="#FFFFFF">CONSUMISMO</font>, dell'<font color="#FFFFFF">EFFIMERO</font>, dell'<font color="#FFFFFF">USA E GETTA</font>, del <font color="#FFFFFF">CONSUMO SENZA LIMITI</font> attraverso quei volantini che sono destinati al cassonetto della carta), incorniciando una sorta di "muri virtuali" segnati dal tempo e dalle intemperie che hanno degradato l'immagine "sacra" privandola dei contenuti e proiettandoli un'epoca <font color="#FFFFFF">"post-capitalista</font>" quasi <font color="#FFFFFF">"post-atomica</font>" come monito, sotto forma di opera d'arte, di un periodo in cui l'unico obiettivo era il <strong><font color="#FFFFFF">CONSUMO</font></strong>, diventando l'icona di un modello senza speranza e senza futuro del possedere per buttare e poi ri-possedere .</font><br />
<p><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><br />
Raniero <br />
<br />
Per saperne di più vai sul<a href="http://www.meetnet.it/connotazione.html"><font color="#FFFFFF"> mio sito</font></a><br />
</font></p></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-41181354152272918102011-06-20T19:15:00.002+02:002011-06-20T19:18:40.411+02:00I am Back, ebbene si ..... sono tornato<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><br />
Sono passati dei mesi dall'ultimo post, difficoltà tecniche, mi è "morto" un pc, il mio glorioso MAC, impegni con il lavoro e altro mi hanno tenuto lontano dal blog ma, come dice il titolo, sono tornato.<br />
Ho novità che posterò successivamente, un progetto per un evento a breve e nuovi sviluppi del mio lavoro, perciò si preannuncia un'estate all'insegna del lavoro e della creatività.<br />
<br />
Raniero</font></td></tr>
<tr> <td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10"/></td></tr>
<tr> <td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-22416434620767683432011-03-28T19:02:00.004+02:002011-03-28T19:18:03.932+02:00Caspar David Friedrich, "Perché, mi son sovente domandato, scegli sì spesso a oggetto di pittura la morte..."<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><br />
Volevo qui riportare due brevi considerazione di un artista tedesco per me molto importante:<br />
<font color="#FFFFFF"><strong> Caspar David Friedrich</strong></font><br />
<br />
<font color="#FFFFFF"><em>"L'unica vera sorgente dell'arte è il nostro cuore,<br />
il linguaggio di un animo infallibilmente puro.<br />
Un'opera che non sia sgorgata da questa sorgente può essere soltanto artificio.<br />
Ogni autentica opera d'arte viene concepita in un'ora santa e partorita in un'ora felice,<br />
spesso senza che lo stesso artista ne sia consapevole, per l'impulso interiore del cuore".<br />
<br />
<br />
"Perché, mi son sovente domandato <br />
scegli sì spesso a oggetto di pittura <br />
la morte, la caducità, la tomba? <br />
perché, per vivere in eterno <br />
bisogna spesso abbandonarsi alla morte".</em></font><br />
<p align="right"><font color="#FFFFFF"><em>Caspar David Friedrich</em></font> </p><br />
Raniero</font></td></tr>
<tr> <td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10"/></td></tr>
<tr><td><div align="center"><a href="http://www.meetnet.it/immagini/blog/Friedrich_2.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/Friedrich_p.jpg" width="400" height="237" border="0"/></a></div></td></tr>
<tr> <td height="10"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="10" /></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-55188642163248389772011-03-13T18:24:00.004+01:002011-03-13T18:48:19.138+01:00Eros e Thanatos<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><p>Un aspetto importante, sicuramente legato al tema della morte, e presente nel mio lavoro è l'Eros.<br />
"<em><font color="#FFFFFF">…… puoi arrivare a perderti<br />
perdi tutto<br />
i confini, il senso del tempo<br />
due corpi possono unirsi a tal punto<br />
che non sai più chi è chi e cosa è cosa<br />
e quando la confusione raggiunge quell'intensità ti sembra di morire<br />
e in un certo senso muori<br />
e ti ritrovi da solo nel tuo corpo, separato, ma la persona che ami è ancora li<br />
è un miracolo<br />
Vai in paradiso e torni indietro da vivo<br />
e puoi tornarci tutte le volte che vuoi con la persona che ami… </font></em>"<br />
</p></font><p align="right"><strong><font color="#FFFFFF" size="1">L'uomo bicentenario</font><font size="1">, USA, Germania 1999</font></strong></p><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">La <font color="#FFFFFF">morte</font> accomuna tutti gli essere viventi, specificatamente l’uomo, in una sorta di destino comune quasi come un’apertura tra individui che permette un’interazione. Ma non è l’unico, l’altro è l’atto sessuale (<font color="#FFFFFF"><strong>Eros</strong></font>).<br />
Definito “<em><font color="#FFFFFF">petite mort</font></em>”, esso non è sufficiente ad una sospensione illimitata dell’isolamento e della solitudine dell’essere, per la sua istantaneità: dopo il coito, i due individui tornano ad essere discontinui, e inoltre percepiscono l’abisso angoscioso dal quale sono fuoriusciti seppur momentaneamente, e lo percepiscono più vasto ancora.<br />
Esso è attraente, attraente come la morte, in quanto</font></td></tr>
<tr><td width="288" valign="top"><a href="http://www.meetnet.it/immagini/blog/eros1_2.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/eros_01p.jpg" alt="eros 1" width="288" height="409" border="0"/></a></td><td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"> essa si rivela all’uomo come momento di continuità, (in accordo con Schopenhauer) cui però dovrà sottrarsi regredendo alla discontinuità che gli è propria, in quanto vivo. L’attrazione è attesa e l’attesa diviene tensione, diviene paura, diviene angoscia. E per ovviare a questa tensione l’individuo si affanna a costellare la sua esistenza di tutta una serie di piccole morti, di esperienze che lo portino a vanificare, seppur per un momento, quella discontinuità che lo rende solo e che gli impedisce di comunicare con gli altri individui. <font color="#FFFFFF">Freud</font> si accorse che la psiche non era solo governata da una pulsione (impulso incontrollato e primordiale) al piacere, ma anche da una pulsione distruttiva, una pulsione di morte e ne parla in particolare nel libro"<em> Al di là del principio del piacere</em>", pubblicato nel 1920.<br />
La <font color="#FFFFFF">pulsione di vita</font>, (l'eros), era affiancata da una<font color="#FFFFFF"> pulsione di morte</font> (thanatos); le due pulsioni sono presenti contemporaneamente, pulsione antagonista, in ogni uomo, in contrapposizione dialettica.</font></td></tr>
<tr><td valign="top"><a href="http://www.meetnet.it/immagini/blog/eros2_2.html" target="_blank"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/eros_02p.jpg" alt="Eros 2" border="0" /></a> </td><td> </td><td valign="top" ><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Giunge a questa conclusione attraverso l’osservazione clinica dei comportamenti caratterizzati dalla coazione a ripetere, nei quali cioé il soggetto ripete ossessivamente operazioni spiacevoli e dolorose, che riflettono, in modo più o meno mascherato, elementi di conflitti passati. Tali comportamenti sono in contaddizione con il principio del piacere, e quindi rendono necessario pensare ad un’altra pulsione, appunto quella di morte.<br/>Quando le pulsioni di morte sono rivolte verso l’interno tendono all’<font color="#FFFFFF">autodistruzione</font>, ma successivamente possono essere rivolte anche all’esterno e diventano pulsioni di aggressione e distruzione. Nella realtà psichica le pulsioni si presentano sempre come ambivalenti, caratterizzate dalla compresenza di questi due principi di vita e di morte: anche la sessualità presenterebbe, dunque, tale ambivalenza sotto forma di amore e di aggressività.</font></td></tr><tr><td colspan="3"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Le pulsioni di vita tendono a unire e legare gli uomini in comunità sempre più vaste, mentre la pulsione di morte sarebbe indirizzata a una riduzione completa delle tensioni presenti nell’essere vivente di tutti gli impulsi vitali, un’autopunizione derivante dall'impossibilità del piacere riportandolo idealmente alla pace propria dello stato inorganico.<br />
L’associazione della “<font color="#FFFFFF">piccola morte</font>” alla morte vera e propria coopera all’interno di quello scambio continuo tra vittima e boia che è fonte di eccitazione e fondamento della comunione tra gli individui.<br />
Potremmo considerarla come la forza unificante di un amore travolgente ma qui anche è in gioco la disperazione data dalla consapevolezza della propria frammentarietà, della propria percepibile disuguaglianza, del distacco incolmabile che neanche situazioni portate all’estremo, come la morte o una sessualità sfrenata e perversa possono colmare (video snuff).<br />
Tutto questo lo ritroviamo in un artista per me molto importante:<font color="#FFFFFF"><strong> Egon Schiele</strong></font>.<br />
I suoi lavori sono permeati di angoscia, aggressività e disperazione. La sua ossessione è quella del conflitto col desiderio, un conflitto quasi adolescenziale, un continuo manifestarsi di sesso, colpa ed espiazione (tre temi dovuti alla morte del padre per sifilide e alla rigida morale vittoriana).<br />
Il tema della punizione è evidente nei dipinti erotici, raffiguranti specialmente ragazze dedite all'autoerotismo, ma anche l'artista stesso mentre si masturba, tto di desolazione e sofferenza.</font><br />
<p><font size="3" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><br />
Raniero <br />
</font></p></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-63271153440623224772011-03-08T08:19:00.000+01:002011-03-08T08:19:59.004+01:00Schopenhauer, "la morte è una vicenda interna della vita, essa appartiene alla vita immortale della natura" parte 3<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"> <p><strong><font color="#FFFFFF">«A parte poche eccezioni,al mondo tutti, uomini e animali, lavorano con tutte le forze, con ogni sforzo, dal mattino alla sera solo per continuare ad esistere: e non vale assolutamente la pena di continuare ad esistere; inoltre dopo un certo tempo tutti finiscono. È un affare che non copre le spese»</font></strong> (Arthur Schopenhauer, aforisma)<br />
Il tema della morte in Schopenhauer è orientato in una direzione diversa.<br />
L'atteggiamento quotidiano nei confronti della morte viene preso come una sorta di filo conduttore che contiene indizi ricchi di senso. Esso oscilla tra <font color="#FFFFFF"><strong>noncuranza</strong></font> e <font color="#FFFFFF"><strong>terrore</strong></font>. Di questi stati affettivi Schopenhauer propone una notevole spiegazione psicologico-metafisica. La <font color="#FFFFFF">morte</font> incombe su ciascun individuo come un evento che può intervenire in ogni istante in modo più o meno inatteso, più o meno fortuito. Eppure ciascuno, nella misura del possibile, vive lietamente «<em>come se la morte non ci fosse</em>» (Il mondo come volontà e rappresentazione, 1985, p. 324). Non appena ci si trova realmente faccia a faccia con la morte o anche soltanto ci si immagina di esserlo, a questa noncuranza subentra il terrore di essa: l'individuo cerca allora con ogni mezzo di fuggirla. Certamente Schopenhauer rifiuterebbe di collegare noncuranza e terrore come se la prima fosse un modo di reagire e di rimuovere questo terrore sempre incombente, quindi come se vi fosse tra entrambi un nesso puramente psicologico; e nemmeno accetterebbe una spiegazione razionale, come se cioè la noncuranza fosse il risultato di una riflessione e di un ragionamento implicito sull'ineluttabilità della morte. Si tratta piuttosto di scoprire le radici metafisiche di questi sentimenti che rimandano all'essenza del reale che è volontà e nello stesso tempo al superamento del momento empirico-fenomenico. Nel terrore di fronte alla morte parla in realtà la voce stessa della natura, intesa come concretizzazione della volontà che è essenzialmente volontà di vivere. E proprio questo sentimento attesta che :<br />
«<em>tutto il nostro essere in se stesso è già volontà di vita, a cui questa deve valere come il sommo bene, per quanto amareggiata, breve ed incerta essa sia</em>» (Supplementi, II, XLI, p. 482). <br />
E poiché la volontà non è affatto distribuita e spezzettata fra gli individui, ma è presente nella sua totalità in ciascun individuo, allora si comprende che l'orrore della morte è orrore che il principio metafisico stesso manifesta di fronte all'idea della propria autodistruzione.<br />
«<em>Nel linguaggio della natura la morte significa annientamento</em>» (ivi, p. 481) ed è significativo che l'annientamento sia anzitutto annientamento del corpo che è «oggettivazione immediata della volontà».<br />
Ma anche la noncuranza è, alle sue radifici, noncuranza della natura: la morte - dice Schopenhauer <br/>«<em>dissipa l'illusione che separa la coscienza individuale da quella universale</em>» ( M 324), ricongiungendo la mia vita alla totalità vivente del mondo. Ed allora possiamo veramente essere noncuranti della morte, e in un senso profondo, che può arrivare alla piena consapevolezza dell'intramontabilità del presente che è anche l'intramontabilità della vita. Il presente è allora paragonabile ad un <br />
«<em>eterno mezzogiorno al quale non mai succede la sera, o come il vero sole che arde ininterrottamente benché sembri tuffarsi nel seno della notte</em>» (Mondo, 1985, p. 324). <br/>Sullo sfondo di ciò vi è certamente sempre il pensiero dell'<font color="#FFFFFF"><strong>effimero</strong></font>. Ma questo deve essere pensato attraverso l'idea di una ricongiunzione con la totalità da cui l'individualità è stata scissa per entrare nel <font color="#FFFFFF">vortice di un mondo che è mera apparenza</font>. In questa totalità la morte è, non meno della nascita, una vicenda interna della vita, essa appartiene alla vita immortale della natura (Mondo, 1985, § 54, p. 317). Questa vitalità della natura ha nel ciclo corporeo il proprio modello elementare: in esso vi è acquisizione ed espulsione di materia e tra acquisizione ed espulsione generazione continua di cellule vitali.E così nello sviluppo della pianta la foglie e i fiori caduti a terra rappresenteranno il suo concime. La «<em>fresca esistenza</em>» di ciascuno è «<em>pagata con la vecchiezza e la morte di un defunto, il quale è perito, ma che conteneva il germe indistruttibile dal quale è nato questo nuovo essere: essi sono un essere solo</em>» (Supplementi, 1986, II, XLI, p. 521).<br />
<br />
<br />
Arthur Schopenhauer <br />
<br />
<br />
Raniero <br />
</font></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-35236437420437802612011-02-27T16:42:00.000+01:002011-02-27T16:42:00.802+01:00Kierkegaard, "che tu sei e che la MORTE parimenti è" parte 2<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"> Vorrei continuare a postare i miei pensieri su questo tema a me caro. La morte.<br />
Dopo quello che ho scrittonel post precedente, se, a questo punto, riusciamo a capire il significato e l'origine di gran parte dei nostri atti morali, come ad esempio l'imperativo «non uccidere», nato proprio da quel senso di colpa di fronte al cadavere e che sorge dallo stesso conflitto descritto in precedenza, dobbiamo ammettere che anche queste spiegazioni alla fine servono a ben poco e dentro di noi permane quell'inquietudine, quelle incertezze riguardo l'attimo estremo. <br />
Si ha come l'impressione che, alla fine, il problema sia ancora sfocato, si sia spostato verso l'Altro, non abbia centrato completamente l'obiettivo e non sia riuscito, così, ad attrarre completamente il nostro interesse, forse, proprio perché in Freud sembra sfuggire il nostro vissuto esistenziale.<br />
A questo punto la ricerca sembra già finita, sembra segnare come esito l'impossibilità di fissare lo sguardo in un problema tanto radicale, l'incapacità di parlare sensatamente di un evento che lascia letteralmente senza parole -- non a caso anche nel mondo moderno si è cercato di sostituire la parola «morte» con eufemismi e modi di dire codificati dalla società come, ad esempio, «essere passato a miglior vita», «essere dipartito», «essere mancato»... come se, alla fine, queste frasi fatte e tutta una serie di rituali, dalle condoglianze alle prediche rassicuranti quanto fataliste delle religioni, volessero offrirci delle risposte prefabbricate, cercando in tutti i modi di distoglierci da una riflessione autonoma.<br />
<strong><font color="#FFFFFF"><br />
" è vero e proprio dolore quello che si prova quando lo scomparso era carne della tua carne, sono le doglie del parto della speranza immortale quelle che si provano quando la morta era la tua amata, è l'esplodere sconvolgente della serietà quella che si trova quando il defunto era la tua unica guida e la solitudine ti assale. Ma fosse anche tuo figlio, fosse anche la tua amata e fosse anche la tua unica guida, è pur sempre uno stato d'animo [...] <br />
Serietà è pensare veramente la morte, pensarla cioè come la tua sorte, e comprendere così ciò che la morte non può farti comprendere: che tu sei e che la morte parimenti è" .</font></strong></p><br />
Søren Kierkegaard, Accanto a una tomba, il Melangolo, 1999, p. 41<br />
<br />
<br />
E questa è solo la seconda parte .. alla prossima ... :).<br />
<br />
Raniero <br />
</font></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-45049979603511719252011-02-23T23:37:00.005+01:002011-03-13T19:16:30.310+01:00La Morte parte 1<table width="620" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"> Nei miei lavori affronto spesso l'argomento della<font color="#FFFFFF"> morte</font> in quanto ritengo che accomuna tutti gli essere viventi, specificatamente l’uomo, in una sorta di destino comune quasi come una comunione tra individui che permette un’interazione.<br />
Il “mortale” si affanna a costellare la sua esistenza di tutta una serie di piccole morti, di esperienze che lo portino a vanificare, seppur per un momento, quella discontinuità che lo rende solo e che gli impedisce di comunicare con gli altri individui.<br />
Esiste un’altro momento di possibile interazione e quello si chiama<font color="#FFFFFF"> EROS</font>; la pulsione di vita, (l'eros) affiancata da una pulsione di morte (thanatos).<br />
<br />
<strong><font color="#FFFFFF">Vivo il presente come dovessi morire oggi, penso al domani come non dovessi morire mai</font></strong>.<br />
<br />
Come testimonia Sofocle, l'uomo è sempre stato considerato la specie astuta per eccellenza, la specie che grazie al suo intelletto ha saputo adattare il mondo che lo circonda alle sue esigenze imparando a coltivare, a navigare, a catturare gli animali e a servirsene per i suoi bisogni; l'uomo sembra, dunque, essere l'animale che più si avvicina all'onnipotenza divina.</font></td></tr>
<tr><td width="240" valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/morte_A1.jpg" width="240" height="402" /></td> <td width="3"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="3" height="1" /></td><td valign="top" ><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"> In Sofocle si legge, infatti, che l'uomo è l’essere terribile e prodigioso a causa della sua astuzia, a causa di quella temibile sagacia che consiste nell'essere <<<strong><font color="#FFFFFF">pantóporos</font></strong>>>, nell'essere, cioè, ricco di risorse, nell'avere la capacità di trovare nuove strade da percorrere. Sempre per la tragedia egli é pantoporos aporos, cioè capace di percorrere tutte le vie ma senza averne una precisa: <br />
<em>"l’uomo é quindi “de-viato” dal corso della natura"</em>.<br />
In questa sua<font color="#FFFFFF"> solitudine</font> risiede anche la sua tragica grandezza, cioè l’essere aperto alla progettualità come apertura al mondo e alla temporalità, alla morte ed alla libertà.<br />
<em>Pantoporos aporos</em>: in questo ossimoro Sofocle racchiude la tremenda condizione dell’unica creatura che "<font color="#FFFFFF">ek-siste</font>" al di fuori della compiutezza della natura, poiché l’agire umano tende a <font color="#FFFFFF">lottare contro il nulla ed é destinato ad approdare infine ad esso; il nulla che qui si intende é il nulla della <strong>morte</strong>, orizzonte ultimo e predestinato di ogni vita. La specie umana, dunque, che si differenzia dalle altre per </font></font></td></tr><tr><td valign="top"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/morte_A2.jpg" width="240" height="402" /></td><td> </td><td valign="top" ><div align="left"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">l'abilità nello scovare soluzioni, per l'inarrestabile capacità di procedere oltre sfidando qualsiasi condizione fisica e morale, si deve, anch'essa arrendere di fronte alla somma aporía (lett.<font color="#FFFFFF"> senza strada</font>), al più radicale dei vicoli ciechi, alla definitiva impasse:<font color="#FFFFFF"> la morte</font>. Fin dalle origini della cultura occidentale, quindi, la morte è sempre stata considerata come qualcosa di coappartenente alla natura umana, un evento non solo ineliminabile ma addirittura caratterizzante “l'essere dell'uomo” anche in positivo: non solo annichilimento bruto ma condicio sine qua non proprio di quell'impulso vitale di cui, ad un primo sguardo, sembra l'esatto opposto. Si delinea, dunque, già da queste prime battute, un orizzonte dove l'uomo non solo è definitivamente e necessariamente mortale, ma dove lo stesso diviene, grazie alla sua coscienza di esserlo, «<font color="#FFFFFF">il mortale</font>», concezione avallata, tra l'altro, anche filologicamente dall'utilizzo del termine<em> brotói</em> (mortali) come sinonimo di «uomini».La specie umana è, quindi, l'unica ad essere veramente mortale perché l'unica ad avere gli occhi costantemente puntati verso quell'attimo fatale.</font> </div></td></tr>
<tr><td colspan="3"><p><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">A pensarci bene, tuttavia, tale considerazione, tanto ovvia razionalmente, non sembra tranquillizzarci nella vita di tutti i giorni e nemmeno, alla luce di questo, potremo garantire un comportamento tranquillo e distaccato di fronte al sommo istante della nostra esistenza.<br />
Per capire la causa dello scandalo della morte, perché vera e propria scandalosità è quella che ci offende di fronte alla vista di un cadavere completamente pietrificato, bisogna, dunque, muoverci al di sotto di quel piano razionale che abbiamo visto non offrirci nessuna effettiva spiegazione e consolazione.<br />
Questo piano non può che essere rappresentato, quindi, che da quel nucleo di primitivismo irrazionale, o meglio pre-razionale, che permane in ognuno di noi; il piano, cioè, degli <em>“impulsi istintivi</em>”.<br />
Potremo dunque, chiaramente, interrogare chi più di chiunque altro ha meditato su tali aspetti della psiche umana. Mi sto riferendo a <font color="#FFFFFF">Sigmund Freud</font> il quale in alcune sue opere <em>("Totem e tabù"," Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte", "L'interpretazione dei sogni", "Psicopatologia della vita quotidiana"</em>) ha messo in luce magistralmente l'importanza di tali forze inconsce che si riveleranno essere, almeno in questo caso, un vero e proprio conflitto psicologico.<br />
Secondo Freud l'uomo primitivo, che in quanto a pulsioni e istinti non differisce assolutamente dall'uomo contemporaneo, ha radicata dentro di sé una forte tensione alla distruzione e all'odio, forse legata a quell'aspetto concorrenziale e agonistico che caratterizzava sicuramente la selezione naturale. <br />
Anche tralasciando ulteriori passioni altrettanto forti che possono complicare tale impulso, come il complesso edipico per esempio, l'uomo primitivo non trova particolari difficoltà a concepire la morte dell'Altro, né gli crea particolare imbarazzo il constatare come il cadavere si riveli alla fine nient'altro che carne soggetta, anch'essa, alle leggi naturale della degenerazione.<br />
Per quanto riguarda, invece, la propria morte non si fatica a comprendere come fosse, già allora, caratterizzata da quell'estrema irrappresentabilità nella quale ci imbattiamo ancora oggi quando pensiamo all'attimo in cui saremo noi a spegnerci.<br />
C'era, però, un caso in cui la morte dell'Altro, coincidendo con quella del sé, poteva offrire una rappresentazione di tale evento; tale situazione era quella in cui, a morire, era l'amata, il figlio, il padre o chiunque altro fosse particolarmente legato a questi. L'uomo primitivo faceva, così, esperienza di una sensazione nuova, di un profondo paradosso radicato dentro di sé:<br />
<<s<em>e da un lato doveva apprendere che anche noi stessi possiamo morire, e tutto il suo essere si rivoltava contro questa possibilità; giacché ogni uno di questi esseri amati era pure una parte del suo stesso diletto Io. Dall'altra parte questa stessa morte gli stava bene, giacché ciascuno di queste persone amate era pure per un certo verso estraneo. La legge dell'ambivalenza emotiva, che domina ancor'oggi i nostri sentimenti verso le persone che amiamo di più, valeva certamente in forma anche più illimitata nei tempi primordiali</em>.>><br />
Sigmund Freud, Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte, Bollati Boringhieri, 1994, p. 41<br />
L'uomo primigenio, dunque, di fronte al cadavere della persona amata non prova più quel senso di potenza e di vittoria che assaporava di fronte alla morte del nemico ma gli si pone davanti un enigma, un conflitto di passioni, il dramma di dover giustificarsi e spiegarsi tale <font color="#FFFFFF">morte</font>.<br />
L'uomo dovette così immaginare un'alternativa a quella degenerazione del corpo che osservava nella <font color="#FFFFFF">morte</font> degli altri, doveva trovare una via d'uscita a quel macabro spettacolo, perlomeno nel caso della morte di un suo caro, che alla fine era solo un pretesto per pensare la propria morte altrimenti inimmaginabile. Tale scorciatoia, e ritorna così il «<em>pantóporos</em>» anticipato da Sofocle, la trovò nell'invenzione dello spirito. Lo spirito offriva, infatti, l'occasione per separare l'essenza della persona amata da quel desolante spettacolo di putrescenza che assaliva il corpo del defunto e permetteva, così, una non rassegnata visione della morte rendendo possibile addirittura un universo parallelo, una vita ulteriore dove potesse esistere tale spirito separatosi ormai dal corpo. <br />
«Divenne allora logico prolungare la vita anche nel passato, immaginando le esistenze anteriori, la trasmigrazione delle anime (metempsicosi) e le reincarnazioni: tutto allo scopo di togliere alla <font color="#FFFFFF">morte</font> <br />
il significato di annullamento della vita». Con questo, Freud, delinea psicanaliticamente la nascita di quel conflitto che, non solo viene ad essere fondamentale per l'interpretazione di ogni forma di totemismo, riscontrabile sia nelle primitive società ancestrali che in alcune moderne pratiche religiose, come l'eucaristia per esempio, ma viene definita addirittura da Freud come il cardine, il crocevia di ogni teoria o diagnosi psicanalitica. Non solo; l'impossibilità di guardare in faccia la morte nella sua nudità viene, dunque, ad essere anche causa della nascita del concetto di religione. </font></p><p><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Questo è solo una prima parte .. a presto posterò altre riflessioni a riguardo.<br />
<br />
Raniero <br />
<br />
<br />
<br />
<font size="1" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Fonti <br />
Sigmund Freud, "Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte",Bollati Boringhieri, 1994<br />
</font></font></p></td></tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-13247179477814795262011-02-17T22:31:00.002+01:002011-02-17T22:36:21.534+01:00Frammenti di Realtà<table width="635" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Ho trovato quasi vitale introdurre, in alcuni miei lavori, frammenti di realtà per esprimere un concetto, un'idea.<br />
Per continuare la riflessione sul mio "interiore conflitto" su arte rappresentativa e presentativa e l'utilizzo di elementi reali avulsi ai classici strumenti artistici devo ritornare agli inizia del '900 quando Picasso e Braque presentavano, separatamente, i primi lavori cubisti.</font></td></tr>
<tr><td width="241"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/frammenti1.jpg" width="241" height="402"border="0"/></td><td width="1"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="1" /></td> <td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">L'espressione cubista sposta l'obiettivo del fare arte dal piano della visione a quello della ideazione, da un'arte fondata esclusivamente sulle percezione visiva ad un'arte che opera a un livello "concettuale", una ricerca non solo basata con l'aiuto "di ciò che si vede" ma soprattutto con l'apporto "<font color="#FFFFFF">di ciò che pensiamo</font>", una pittura che realizza "<font color="#FFFFFF">forme dipinte come la mente le concepisce</font>". Il cubismo introduce una nuova variante nel fare arte, cioè la capacità di dipingere nuove entità con elementi ricavati non solo dalla realtà della visione, ma anche dalla realtà della concezione, come afferma<strong><font color="#FFFFFF"> Appolinaire</font></strong>.<br />
Ossia il prelievo di frammenti di realtà e il loro inserimento nel contesto della pittura, come ad esempio nella <em><font color="#FFFFFF">Natura morta con sedia impagliata</font></em> di Picasso solo per citarne una, introduce l'azione del <em>papier collées</em> e <em>collages</em>, altro tema che affronterò più avanti. <font color="#FFFFFF">F. Menna</font> afferma che i frammenti di realtà <br />
agiscono come "<font color="#FFFFFF">dislocatori dell'attenzione</font>", <br />
come stimoli per avviare i procedimenti mentali che presiedono al riconoscimento e alla definizione dell'oggetto. </font></td></tr>
<tr> <td><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/frammenti2.jpg" width="241" height="402" /></td><td> </td><td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">L'uso del collage e del decollager da vita così a nuove forme presentative concettuali. <br />
I <font color="#FFFFFF">miei decollage</font> sono di fatto un rifiuto della comunicazione di "<font color="#FFFFFF">consumo</font>" e una destrutturazione di quel linguaggio e dei "<font color="#FFFFFF">prodotti</font>" per arrivare al colore, al concetto di una<font color="#FFFFFF"> DESOLAZIONE</font> e di temporanea sensazione di "<font color="#FFFFFF">VUOTO A PERDERE</font>". Ma questo sarà oggetto di un altro post.<br />
Vorrei concludere con due considerazioni di due Grandi Maestri:<br />
<font color="#FFFFFF">Kandinsky</font> incominciò a dipingere i primi quadri non figurativi verso il 1908, affermando che <br />
"<em>ogni colore è dotato di un suo valore espressivo e spirituale e che è quindi possibile rappresentare la realtà spirituale prescindendo da qualsiasi allusione oggettiva</em>". Gli effetti cromatici sono controllabili mediante la percezione visiva. <br />
"Riconosco però che i più profondi ed essenziali segreti del cromatismo restano impenetrabili agli occhi e si possono cogliere solo col cuore. L’essenziale sfugge quindi a ogni formulazione concettuale” <font color="#FFFFFF">J. Itten<br />
</font></font></td></tr>
<tr> <td colspan="3"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"> <br />
Alla prossima ....<br />
<br />
Raniero <br />
<br />
</font><font size="1"><br />
Fonti:<br />
Filiberto Menna "<em>La linea analitica dell'arte moderna</em>"<br />
Johannes Itten "<em>Teoria del colore</em>"<br />
</font></td></tr>
</tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3482858656641436206.post-17635673669073326352011-02-05T16:32:00.000+01:002011-02-05T16:32:46.491+01:00Presentazione o Rappresentazione<table width="635" border="0" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td colspan="3"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">questa è la mia battaglia personale, la rappresentazione o la presentazione, ossia l'astratto e il figurativo. L'opera che presenta se stessa o che rappresenta. Devo confessare che adoro la figura umana, la sua rappresentazione, quasi maniacale nei particolari, anche se non proprio iperrealista, come mezzo per esprimere delle emozioni, delle condizioni umane, coscienti o incoscenti che siano. Ma sento pure delle pulsioni interiori verso la libera presentazione di macchie di colore, di astrazioni frutto del momento, dell'istante libero da architetture e da studi.</font></td></tr>
<tr><td width="243"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/presentazione.jpg" width="243" height="403"border="0"/></td><td width="1"><img src="http://www.meetnet.it/immagini/1pixel.gif" width="1" height="1" /></td> <td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif">Kandinskij dopo aver indicato i due poli fondamentali della ricerca artistica moderna nella "<font color="#FFFFFF">GRANDE ASTRAZIONE</font>" e nel <font color="#FFFFFF">"GRANDE REALISMO</font>" e aver individuato in essi due vie che convergono, in ultima analisi, <font color="#FFFFFF">VERSO UN FINE UNICO</font>, lo stesso Kandinskij dichiara <<<em>questi due elementi sono sempre esistiti nell'arte, dove venivano considerati l'uno l'elemento "PURAMENTE ARTISTICO" e l'altro quello "OGGETTIVO</em>"<em>Il primo si esprimeva nel secondo, mentre il secondo era al servizio del primo. Nel raggiungimento di un perfetto equilibrio di questi due elementi si ricercava il punto più alto dell'ideale. Oggi pare che questi'ideale non costituisca più un fine, che il giogo a cui erano appesi i piatti della bilancia sia scomparso e che i due piatti tendano a condurre un'esistenza separata come unità autonome, reciprocamente indipendenti</em>>> (tratto da "Tutti gli scritti", volume 1 di Vasilij Kandinskij, lo si può leggere online in google libri). Non a caso parto dal maestro Kandinskij che circa 100 anni fa, era il 1912, ipotizzava questa separazione in quanto se l'arte non è più rappresentazione e la rappresentazione è la verità dell'arte in rapporto con il reale, allora l'arte è pura convenzione, al limite è una bugia, (ricordate la pipa di<strong> Magritte</strong>?<em> Ceci n’est pas une pip</em>e, 1928-29). Picasso affermava, nel 1910:</font></td></tr>
<tr> <td><img src="http://www.meetnet.it/immagini/blog/rappresentazione.jpg" width="243" height="403" /></td><td> </td><td><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"><<<em>tutti sappiamo che l'arte non è la verità. L'arte è una bugia che ci fa raggiungere la verità, perlomeno la verità che ci è dato di comprendere </em>>>. Con l'abolizione della similarità e della metafora, il quadro non rinvia ad altro da se stesso, diventa un oggetto intransitivo, che non RAPPRESENTA ma<font color="#FFFFFF"> PRESENTA</font> se stesso. Ma ... non si corre il rischio che l'arte diventi esclusivamente fine a se stessa, senza rinvii ad altro?'E proprio in quel periodo si affacciava un nuovo movimento artistico il Futurismo che con la figura di Boccioni trova nuova forza e "dinamicità", infatti:<< <em>È il momento in cui l'artista, pur di sfuggire al procedimento imitativo che lo fa cadere inevitabilmente nella più logore apparenze, vi sostituisca la realtà stessa. Appena questa realtà entra a far parte della materia elaborata dell'opera d'arte, le sue dimensioni, il contrasto che suscita, ne trasformano l'anonimo oggetto e l'incamminano a divenire elemento elaborato</em>>> Ma non fu Boccioni, forse per la sua prematura scomparsa, a passare dal "prelievo" al ready-made, infatti il salto decisivo attraverso un varco stretto lo fece solo Duchamp che nel 1917 decise d’esporre l’orinatoio di porcellana.<br />
Ma questa è un'altra storia, dall'analitica alla concettuale .....</font></td></tr>
<tr> <td colspan="3"><font size="2" face="Trebuchet MS, Myriad Pro, Arial, sans-serif"> <br />
Il mio dilemma resta immutato, e non troverà, a breve, una soluzione, mi lascio guidare dalle mie emozioni dell'istinto ma soprattutto dal vivere nelle contraddizioni di tutti i giorni.<br />
Alla prossima ....<br />
<br />
Raniero <br />
<br />
Fonti:<br />
<font size="2">Vasilij Kandinskij "Tutti gli scritti", volume 1 <br />
Filiberto Menna la linea analitica dell'arte moderna</font></font></td></tr>
</tr>
<tr><td height="1" colspan="3" bgcolor="#FFFFFF"></td></tr>
</table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10360111941601163584noreply@blogger.com1